“Siamo qui per restare”: Presente e futuro della BCL in un’intervista esclusiva con Patrick Comninos

“Siamo qui per restare”: Presente e futuro della BCL in un’intervista esclusiva con Patrick Comninos

Il CEO della Basketball Champions League ha conversato con Sportando sulla situazione della competizione ideata da FIBA, le sue prime quattro stagioni e il suo futuro.

Avete una roadmap per annunciare le squadre della prossima stagione, ma anche la sede della Final Eight 2019-2020?

Siamo in questa posizione particolare in cui, a giugno, stiamo programmando una nuova stagione e allo stesso tempo la conclusione della stagione corrente. Per concludere il 2019-2020 avremo una Final Eight nella prima settimana di ottobre, e nelle prossime due settimane [l’intervista è stata registrata giovedì 18, ndr] annunceremo la città che ospiterà l’evento.

Parallelamente stiamo pianificando il 2020-2021, e il primo step è avvenuto il 5 giugno che era la deadline per poter chiedere di partecipare alla competizione. Abbiamo ricevuto più di 60 richieste da circa 30 paesi da parte di club interessati a partecipare. Adesso il Board si riunirà, il prossimo 2 luglio, per approvare la lista dei 44 club che parteciperanno alla prossima stagione.

Il 2 o 3 luglio, quindi, annunceremo chi parteciperà direttamente alla fase a gironi e chi invece dovrà disputare prima i preliminari. I sorteggi si svolgeranno a metà luglio.

Avete un’idea generale di come saranno strutturati i preliminari, dato lo stravolgimento delle date dei campionati a causa del COVID-19?

Lo stiamo definendo in questi giorni, tenendo in considerazione i tempi limitati che potremmo avere a disposizione. Lo delibereremo al prossimo board, ma la mia sensazione è che avremo nuovamente due turni preliminari, come nella scorsa stagione.

Quanto è importante per BCL l’avere dei Qualification Rounds, date anche le storie di successo di squadre come Anversa e Murcia?

Penso che siano fondamentali, essenziali e parte del nuovo DNA. Quando parliamo del nuovo modello, ci riferiamo ad uno che nella nostra visione sia in grado di promuovere una crescita organica del basket in Europa. Abbiamo bisogno di squadre in grado di auto-sostenersi, di far crescere la fetta di mercato della pallacanestro in maniera indipendente.

Non possiamo fare affidamento sui soldi del calcio o dei governi, abbiamo bisogno di club capaci di generare introiti da soli. E abbiamo necessità di avere una vera impronta e rappresentanza pan-europea nella Basketball Champions League. Per poter promuovere e sviluppare la competizione, c’è bisogno di club che hanno conquistato l’opportunità di partecipare alla competizione.

Siamo molto inclusivi: ogni club che vince un campionato nazionale ha l’opportunità di partecipare alla BCL, direttamente o attraverso i preliminari, che è dove hanno luogo le storie delle cenerentole.

Quest’anno abbiamo avuto il Falco Vulcano dall’Ungheria, che ci ha permesso di portare il basket in prima pagina sui giornali ungheresi; hai menzionato Anversa, che dai preliminari è arrivata a giocare e a organizzare una Final Four; non dimentico anche gli svizzeri di Friburgo. Vogliamo che tutto questo sia sempre un’opportunità per i club, è parte della nostra filosofia: se una squadra ottiene risultati vincenti nella sua lega nazionale, deve avere l’opportunità di disputare una stagione europea.

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