Può spiegare il processo decisionale con cui vengono scelti i club a cui proponete un accordo pluriennale per far parte della competizione?
È qualcosa che è diventato di importanza strutturale per la Basketball Champions League, con cui cerchiamo di collegare i risultati sportivi alle certezze che tutti i club sperano di avere. Una delle prime osservazioni che ho fatto quando ho assunto il mio incarico, era che molti GM e DS in giro per l’Europa mi dicevano che non riuscivano a programmare oltre il mese di giugno.
Per me questo era pericoloso nel momento in cui vuoi sviluppare la viabilità e la sostenibilità dei club. Quando all’inizio ho detto che cerchiamo di proporre un nuovo modello, quello che proviamo a fare in questo caso è mantenere il nostro principio cardine -i risultati sportivi sono l’unica cosa che conta nella Basketball Champions League- combinandolo col necessario livello di certezze che i club ci chiedono.
In un mondo ideale, gli accordi sarebbero firmati direttamente con le leghe, così da vederci garantite la prima, la seconda o la terza squadra in classifica, così da essere sicuri di avere il meglio di tutti i campionati. Sfortunatamente l’attuale struttura del basket europeo non concede questo, e inevitabilmente dobbiamo siglare accordi direttamente con i club, accordi che garantiscono a entrambe le parti certezze e stabilità.
Le squadre adesso sanno che finché performeranno ai massimi livelli nei loro campionati nazionali, avranno sempre un posto nella Basketball Champions League. E da parte nostra sappiamo che se quei club andranno bene, sceglieranno sempre BCL come competizione in cui partecipare. È un accordo reciprocamente vantaggioso, che consente a entrambe le parti di pianificare sul lungo periodo. Sul tema vi sono state molte discussioni, ma non è un tema nuovo: abbiamo questo accordo col Bamberg da tre stagioni ormai, non è nulla di nuovo ed è strettamente connesso alle performance nei campionati.
Cosa accade se una squadra non rispetta uno dei criteri sportivi in una delle stagioni? Viene sospeso l’accordo o la stagione è considerata come “persa”?
È un punto che va ricercato all’interno dei diversi accordi, che non sono tutti uguali. In base alla profondità di ogni campionato vi è un risultato minimo da raggiungere e mantenere per i club per potere partecipare alla Basketball Champions League. Se in una stagione un club non performa ad un buon livello, non sarà nella posizione di partecipare alla BCL: quella stagione è inclusa nell’accordo, che non viene esteso automaticamente.
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