NBA FOCUS: Il mercato sta per entrare nel vivo, chi finirà al centro delle trattative?

Alcuni dei possibili protagonisti del prossimo mese abbondante di trattative

In NBA raramente si arriva alla fine dell’anno solare senza che una o più squadre cambino obiettivo in corsa. Di solito in presenza di risultati negativi la scelta più comune – e spesso più semplice-  è quella di rinunciare alle residue ambizioni e cedere alcuni dei propri pezzi forti al miglior offerente. Peggiorare il presente per avere basi migliori su cui costruire il futuro. Quest’anno invece, se escludiamo un paio di squadre per Conference, le altre sembrano tutte ancora decise a lottare per un posto nei playoff. E le ‘escluse’, ovvero Detroit, Orlando, Houston e Oklahoma City, sono anche le uniche franchigie che fin dai blocchi di partenza avevano come principale obiettivo la crescita dei rispettivi giovani talenti. Le uniche che in nessun caso si sarebbero trasformate in ‘Buyers’ alla deadline.

Chiaramente nel contesto attuale il mercato è finito in secondo piano, ma a breve tornerà tra le priorità dei vari Front Office. Per ora, questione Ben Simmons a parte, l’unica che sembrava pronta a smobilitare era Indiana, ma è sceso in campo l’owner in persona per spiegare che in ogni caso il team sarebbe rimasto competitivo. Probabilmente anche gli input di coach Carlisle vanno nella stessa direzione, ci riesce difficile immaginare un tecnico della sua esperienza a capo di un rebuilding totale. 

Partendo proprio dai Pacers, andiamo ad analizzare la situazione di squadre e giocatori che potrebbero movimentare il mercato.

 

-I numeri ci dicono che il duo di big man Turner-Sabonis non ha mai funzionato bene come quest’anno, in oltre 500 minuti con loro in campo Indiana realizza oltre 8 punti per 100 possessi in più degli avversari. Un dato ottimo, tra i migliori del team, che però arranca nei bassifondi della Eastern Conference. Sul perimetro i vari LeVert, Brogdon (non scambiabile dopo l’estensione), Duarte, McConnell e Holiday garantiscono solidità, ma si sa, in NBA inizia e finisce tutto con le star, e a Indiana manca innanzitutto un giocatore del genere. Un closer, in grado di mettersi la squadra sulle spalle nei momenti decisivi (Pacers con 4 vittorie in 17 partite con scarto entro i 5 punti negli ultimi 5 minuti).

Probabilmente il Front Office confidava nell’efficienza realizzativa di Warren come arma da ‘Crunch Time’, ma il prodotto di NC State è out in pratica dalla Bolla di Orlando. 

Simmons, accostato più volte dai rumors, potrebbe avere un senso perchè ‘prendibile’, ma non sarebbe di certo la risposta ai problemi nei finali di partita. In un ipotetico scambio a Phila potrebbero finire Sabonis (fit complicato con Embiid, più realistica l’opzione terzo team…) e LeVert, ma difficilmente il Front Office si spingerebbe molto oltre. 

 

-Non è una notizia esclusiva, ma Thaddeus Young con ogni probabilità non resterà ai San Antonio Spurs. Giusto così, l’ala più volte ha ribadito con correttezza le sue ragioni, probabilmente basteranno un paio di seconde scelte per portarlo via dal Texas. Oggi è nel dimenticatoio, ma lo scorso anno ai Bulls ha prodotto oltre 12 punti, 6 rimbalzi e 4 assist in 24 minuti, fungendo da collante both ends. 

 

-La classifica corta è quasi sempre un bene per gli appassionati, ma non vale lo stesso per le squadre. A volte una serie positiva, magari favorita da circostanze favorevoli, può falsare la percezione del valore del proprio roster, e spingere a trade che sacrificano asset futuri per un miglioramento anche solo marginale nell’immediato. Pensiamo a team come Kings, Trail Blazers e Pelicans ad Ovest, mentre nella Eastern occhio a Wizards e Knicks. 

 

-Dennis Schroder è un altro forte candidato a cambiare indirizzo, dato che i Boston Celtics non hanno i suoi Bird-Rights, fattore che limita di molto la possibilità di un nuovo accordo nella prossima offseason. Il tedesco è tornato al suo livello dopo una stagione in ombra con i Lakers, ed è importante nell’economia del gioco di Boston in quanto alternativa al duo Tatum-Brown come creatore.

 

-I Nets hanno poca flessibilità (capita con 3 max contract….) e saranno di sicuro tra i protagonisti della ‘buy-out season’. Un giocatore che potrebbe lasciare la corte di Steve Nash è Nic Claxton, promettente big man da Georgia. Atleta che garantisce energia e versatilità in difesa, e in attacco cerca raramente soluzioni che non sono delle sue corde. Doti che il coaching staff apprezza moltissimo, e lo dimostra concedendogli 20 minuti a partita. Il motivo di una eventuale partenza è il suo status contrattuale, dato che diventerà un restricted Free Agent la prossima estate, e un rinnovo – luxury tax compresa- costerebbe davvero caro a Brooklyn.  

 

-LaMelo Ball ha radicalmente cambiato le prospettive degli Charlotte Hornets, dentro e fuori dal campo. Attualmente 8° ad Est con 20 vittorie in 39 partite, gli uomini di Borrego sono terzi nella lega in attacco (112.9 x 100 possessi) e primi per pace (101 possessi x game), ma terzultimi in difesa (113.7 subiti x 100 possessi). Non ci sorprenderebbe vederli tentare un assalto a Myles Turner, o perlomeno una scommessa su un giocatore potenzialmente in grado di aiutare nella propria metà campo.

 

-Ieri i primi rumors su una possibile cessione di Danilo Gallinari, sesto uomo degli Atlanta Hawks che oggi sarebbero fuori dai play-in. Come noto il suo contratto può interessare a team intenzionati a risparmiare qualcosa nella prossima stagione (5 milioni garantiti sugli oltre 21 previsti) ed ottenere un rinforzo nell’immediato. Sì, perchè il Gallo è un ottimo giocatore, in grado di spaccare le partite uscendo dalla panchina, e produrre anche a giochi rotti, in situazioni di emergenza. Tutto senza pestare i piedi alla star di turno. 

Atlanta, colpita durissimo dal Covid, ha un roster lungo e tanti contratti per imbastire qualsiasi tipo di trade. Molti insider parlano di Cam Reddish come altro indiziato a partire, ma l’ala da Duke ha ancora tanto potenziale da esprimere, su entrambi i lati del campo. Ed in difesa Atlanta fa acqua da tutte le parti. Per una contender di sicuro sarebbe più interessante un profilo come Bogdan Bogdanovic…

Ieri Travis Schlenk ha parlato con onestà della situazione dei ‘falchi’:

 

“Ogni squadra che affrontiamo segna 130 punti….Il denominatore comune in questo siamo noi. Dobbiamo guardarci allo specchio e renderci conto che dipende da noi. Sono certamente colui che ha il compito di mettere insieme la squadra. Devo ammettere che forse non è stata una grande idea confermare tutti. Questa è stata una mia scelta. Abbiamo poche settimane prima della deadline, ci sono solo 3 modi in cui possiamo apportare modifiche: Draft, Free Agency e Trade. È mia responsabilità mettere in campo una squadra vincente e in questo momento mi sto chiedendo se ho fatto bene il mio lavoro”. 

 

-Chiudiamo con i Sacramento Kings di Vivek Ranadive, che avrebbe dato l’ok al GM per qualsiasi trade che possa migliorare le prospettive attuali del team. Anche qui torna in auge il nome di Simmons, la recente esplosione di Tyrese Haliburton (18.4 punti e 9.5 assist nelle ultime 10, tirando il 49% dal campo ed il 51% da tre) potrebbe spingere il Front Office a fare a meno di De’Aaron Fox. Probable partenza per Marvin Bagley III, di sicuro ci saranno offerte per Harrison Barnes.