La Scheda – Bruno Mascolo, A Long Way To The Top

La Scheda – Bruno Mascolo, A Long Way To The Top

Alla scoperta dell'esterno stabiese in forza al Derthona Basket

Il vasto mondo della A2 forma e lancia ormai da anni una quantità impressionante di talenti nostrani e stranieri che spesso effettuano il salto in LBA con grandi risultati: squadre come Brindisi nelle ultime stagioni hanno fatto mercato nel campionato cadetto vincendo le scommesse Zanelli, Visconti e Udom, mentre altre come Treviso, Napoli e Tortona hanno mantenuto gran parte del nucleo tricolore protagonista delle rispettive promozioni. La storica vittoria in finale della Bertram contro Torino di pochi mesi fa, per esempio, ha rappresentato il culmine naturale di un progetto ambizioso che i piemontesi hanno costruito intorno alla figura di un allenatore top come Marco Ramondino. Il coach avellinese, al quarto anno sulla panchina bianconera, ha saputo valorizzare al massimo un grande numero di giocatori italiani – esempio lampante è il positivo debutto di Tavernelli e Severini in serie A – ma ce n’è uno che più di chiunque altro ha raggiunto un livello di consapevolezza e leadership che lo potrebbe portare a breve ad affermarsi come uno dei migliori esterni del panorama nazionale: il suo nome è Bruno Mascolo e di quella finale conclusasi all’ultimo possesso della quinta partita è stato l’MVP. La carriera della point guard stabiese – che in A fece il suo esordio nel 2015, proprio con i colori gialloblu dell’Auxilium Torino – è caratterizzata da un lungo viaggio su e giù per la penisola, in cui passo dopo passo, esperienza dopo esperienza, ha aggiunto sempre qualcosa al suo bagaglio tecnico e mentale, diventando nel tempo uno dei più inarrestabili giocatori del secondo campionato italiano. L’ultima stazione è quella che gli ha riconsegnato quel palcoscenico per cui lavora ogni giorno da 7 anni e su cui è tornato meritoriamente per recitare la parte del protagonista; vedendolo giocare, si ha la netta sensazione che la sua evoluzione tecnica sia in continuo divenire, ma alcune delle sue qualità e dei suoi miglioramenti si sono palesati già in questo primo scorcio di torneo.

 

Non solo playmaker

La carriera di Mascolo comincia nelle vesti di regista puro fra Agrigento, Latina e Siena, dove mette in mostra tutte le sue doti di passatore, concentrandosi prima sull’assistere un compagno piuttosto che cercare i due punti personali. Le qualità fisiche ed atletiche però non possono passare inosservate: quei 190 centimetri uniti alla lunghezza delle braccia e all’esplosività del primo passo raccontano di un potenziale offensivo di cui si è appena cominciata a grattare la superficie. L’exploit effettivamente non tarda ad arrivare e ad appena 22 anni diventa il leader tecnico della “sua” Napoli nella stagione 17/18, grazie alla fiducia che Ponticiello prima e Bartocci poi ripongono in lui. Nonostante la retrocessione, Mascolo farà registrare 12 punti di media in stagione regolare e addirittura 16.3 nei playout, prendendosi 12 tiri a partita, mostrando già quella capacità innata di attaccare il ferro. È proprio in questa annata in cui comincia a lavorare sul suo tiro da fuori, consapevole di dover aumentare le frecce al proprio arco. Il grande finale di stagione gli vale la chiamata di Jesi, dove si consacra come efficace combo guard in grado di realizzare 10.7 punti e quasi 5 assist a gara: non più solo playmaker, ma un giocatore offensivo totale in grado di variare le proprie soluzioni. Nell’estate del 2019 arriva a Tortona, quella che ancora oggi è la sua casa, vince subito la Coppa Italia, e grazie a coach Ramondino si afferma come uno dei più versatili esterni di tutto il panorama della A2: il coach campano, infatti, gli toglie parzialmente la palla dalle mani, affiancandolo ad un altro playmaker come Tavernelli o D’Ercole, di modo che migliori ulteriormente i suoi movimenti off the ball o possa attaccare dopo un ribaltamento, dopo aver mosso la difesa. Un aspetto che di certo non è passato inosservato, inoltre, è la costruzione di un palleggio, arresto e tiro dal midrange, che gli consente di eludere i tentativi di stoppata avversari. La sua verve offensiva inserita in uno dei migliori tessuti difensivi del torneo cadetto, sono la chiave di una promozione in cui i bianconeri, ribaltando ogni pronostico, si sono imposti su Torino guadagnandosi l’accesso all’eccellenza cestistica italiana. Nel corso di questo primo spezzone di campionato Ramondino l’ha spesso e volentieri utilizzato in posizione di guardia affiancato da Wright o Filloy, permettendogli dunque di alternare iniziative personali a passaggi vincenti; la produzione offensiva recita 7,8 punti in 19,7 minuti di impiego a cui aggiunge 3,4 assist, facendone il settimo fra gli italiani ed il sedicesimo in assoluto nella specialità. La massima espressione della sua duttilità si è palesata durante la partita del 14 novembre contro Sassari: in assenza di Wright, Mascolo è partito come playmaker titolare distribuendo 8 assist in 27 minuti e accelerando il ritmo della partita in un terzo quarto dove la Bertram con 40 punti realizzati, ha ritoccato il record ogni epoca per singolo quarto. Cain e Daum sono risultati decisivi nel parziale anche grazie alla loro abilità nel mettersi in visione dopo aver bloccato, ricevendo il pallone sempre in ritmo dalle mani del campano, mentre Macura ha trovato facili canestri in campo aperto propiziati dalla sua conduzione veloce della transizione. C’è poi un ultimo aspetto poi sul quale Mascolo lavora fin dal suo esordio con i professionisti ed è quelle relativo al tiro da fuori: negli anni ha quadruplicato il numero dei tentativi, arrivando a prendersi 4.2 tiri pesanti nella stagione appena trascorsa, convertiti con il 34%. Quest’anno il numero delle triple tentate è di quasi 2.5 a partita e nonostante la percentuale si aggiri il attorno il 30%, lo stabiese continua a lavorare con fiducia consapevole che quest’ultima rappresenta un’arma che gli può permettere di diventare ancora più pericoloso e imprevedibile in attacco.

mascolo

I miglioramenti difensivi

Una metà campo sola, però, non è sufficiente per raggiungere l’élite cestistica, proprio per questo motivo un professore della difesa come Ramondino lavora sin dal suo arrivo in Piemonte per migliorare l’efficienza di Mascolo anche sotto questo fondamentale: se lo stabiese grazie al suo intuito e alla rapidità delle mani è da sempre conosciuto come un ottimo ladro di palloni, è nella difesa sulla palla che si vedono i progressi più evidenti. Battere Bruno Mascolo dal palleggio, oggi, è affare complicato e quelle già citate doti fisiche ed atletiche tornano utili per cambiare senza problemi sul pick ‘n’ roll: la sua tenuta in post contro avversari più alti e più grossi è una delle chiavi tattiche di Tortona che raramente cerca di raddoppiare in quella zona del campo per proteggere più efficacemente il perimetro.

 

Il duro lavoro paga. Sempre.

Il progresso per affermarsi come giocatore in grado di fare la differenza anche in LBA, dunque, non si arresta, e gli sforzi per raggiungere questo livello non sono passati inosservat,i tanto che pochi giorni fa è arrivata la prima e meritata convocazione in Nazionale da parte di Meo Sacchetti, in vista delle decisive partite contro Russia ed Olanda valevoli per le qualificazioni ai Mondiali del 2023. Il futuro in cabina di regìa per l’Italia – con giocatori intercambiabili e dalle caratteristiche differenti differenti come Pajola, Mannion, Bortolani e lo stesso Mascolo – è senz’altro roseo: a 25 anni la point guard di Tortona porterà quella leadership acquisita negli anni di A2 unita ad una carta d’identità ancora abbondantemente dalla sua parte. “It’s a long way to the top if you wanna rock ‘n’ roll” cantava Bon Scott qualche anno fa, un inno in nome del lavoro e della resilienza per raggiungere i traguardi prefissati: Bruno Mascolo, a modo suo, ha tradotto le parole degli AC/DC sul campo da basket, lavorando sodo, procedendo per gradi, con l’obiettivo ben chiaro in testa di arrivare a vestire il colore azzurro dell’Italbasket, consapevole come in tutta la sua carriera che questo sia l’ennesimo punto di partenza di quella long way che per un giocatore che ambisce a migliorarsi ogni giorno, non avrà mai un arrivo.

di Mikhail Laurenza

Fonte: legabasket.it.