Renato Villalta, leggenda della Virtus Bologna, è intervenuto a Sport club. Da lui parole che faranno discutere.
SULLE PAROLE DI BARALDI PRIMA DELLE FINALS
«Io non lo posso accettare come ex giocatore e come stile cui sono stati abituato nei miei 13 anni da giocatore. Questo è uno stile che non mi si confà. Prendo atto. “Leggo dai social…” boh, non mi sembra nello stile Virtus».
SULLE PAROLE DI ZANETTI DOPO GARA-5
«Mi ha sorpreso. Con tutto quelle che investe, con tutto quello che fa, con l’esperienza imprenditoriale… è caduto in un trabocchetto. E’ un qualcosa che non va fatto. Mi ricordo la Supercoppa, mi è capitato di andare a vedere una delle poche gare live della Virtus, dietro di me c’era una frangia di tifosi che insultava a ripetizione Messina e Ricci. Mi incavolai dentro, perchè l’unica reazione fu andare poi a festeggiare con questi tifosi».
SU MESSINA E RICCI
«E’ una cosa che mi urta. La storia non va dimenticata. In particolar modo questi due attori, ma soprattutto Messina, è l’artefice principale della storia della Virtus, quindi poco ciance. Può essere antipatico, può essere stronzo, giocare da un’altra parte, però bisogna poi riconoscere quel che bisogna riconoscere».
«Io credo che ai miei tempi certi striscioni sarebbero stati tolti così come gli abbonamenti dei capi tifosi che li hanno messi fuori».
SULLA SUDDITANZA
«La sudditanza gli avversari ce l’hanno con le squadre che vincono. Siamo tra le società più importanti in Italia e in Europa: continuiamo a vincere, poi la sudditanza ce l’avranno gli altri».
SUL RAPPORTO MESSINA-TIFOSI VIRTUS
«Evidentemente qualcosa c’è stato. E’ un vincente, sarà antipatico, però lo vorrei sempre. Nello sport o perdi o vinci. E lui vince. Ha fatto qualcosa? Non lo so, ma credo che a Bologna debba sentirsi a casa sua. Sono professionisti. C’è rivalità? Benissimo, però mettiamoli nei binari esatti. Si vuole cancellare la storia? Non sono d’accordo».
SUL SUO RAPPORTO CON LA VIRTUS
«Anch’io vorrei sentirmi a casa mia quando vado a vedermi la Virtus. E invece devo bussare, per piacere, per andarci. E come me tanti altri. E questo non va bene. Avrei dato la vita per questi colori, e oggi sentirmi un ospite indesiderato quando vado a vedere la partita è un discorso che non posso accettare. Poi il mondo va avanti lo stesso».
SULLA SUPERCOPPA
«Me ne sono andato via incavolato. Non ho guardato la premiazione. Per dare il senso di come posso pensare ai valori dello sport e di questa società. Non ne faccio un dramma, ma sono assolutamente in disaccordo. Speriamo che continuino a investire, e che la squadra mi soddisfi. Sono virtussino dalla punta dei piedi all’ultimo capello».
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