Pesaro, Repesa: “Siamo più competitivi rispetto al passato. Delfino qui per l’Olimpiade e per me”

Credits Ciamillo-Castoria
Credits Ciamillo-Castoria

Lunga intervista per il coach pluri campione d'Italia sulla Gazzetta dello Sport.

Lunga e interessante intervista sulla Gazzetta dello Sport per Jasmin Repesa, timone di una Carpegna Prosciutto Pesaro che naviga in zona playoff dopo essere stata ancorata per anni al fondo della classifica di Serie A.

Sulla stagione di Pesaro: “L’anno scorso Pesaro stava per retrocedere. C’era solo un giocatore a contratto, l’ambiente era sfiduciato. Con il budget più basso della Serie A siamo partiti dalle persone. L’obiettivo? Essere più squadra e più competitivi rispetto al passato. Credo che ci stiamo riuscendo. Abbiamo vinto cinque partite, penso che nessuno se lo aspettasse”.

Sul COVID-19: “Ci ha rovinato parecchio. Abbiamo vinto in condizioni disastrose, con solo sei giocatori ed esponendoli al rischio di infortunarsi. La pausa per la Nazionale è arrivata con un tempismo straordinario. Abbiamo lavorato a livello individuale, portando in forma chi aveva perso 2-3 settimane. Ora non siamo al 100%, 3-4 sono ancora indietro”.

Su Carlos Delfino: “Io e la società dobbiamo ringraziarlo. È qui perché ci sono io e perché vuole giocare l’Olimpiade. Abbiamo un feeling straordinario nato 15 anni fa a Bologna. Prende pochi soldi. Un leader vero”.

Sul ritorno in Italia di Marco Belinelli: “È una buona cosa per il movimento che la Virtus faccia di tutto per competere con Milano che ha budget, allenatore, squadra a livello internazionale, per vincere l’Eurolega”.

Su Gianmarco Pozzecco: “Da giocatore mi ha rubato la lavagnetta (ride) e gli è costato tanto. Non è stato facile per me allora, ma credo che abbia capito e mi avrà dato ragione. Quando era al Cedevita, era assistente di Veljko Mrsic, mio testimone di nozze, con mio figlio Dino. È stato un giocatore di grandissimo talento. Avrebbe potuto fare di più se avesse lavorato di più. Come allenatore può diventare di primissima fascia. Vede il gioco, impara velocemente, ha una sua filosofia”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport.