La delusione è tanta per la Pallacanestro Reggiana, che per 35 minuti ha comandato il match contro Trento, salvo poi sciogliersi nel finale e dire addio alla Coppa Italia. Il ko per 85-80 lascia l’amaro in bocca, perché la squadra di Dimitris Priftis aveva tutto per chiudere i conti prima della rimonta trentina.
A pesare, oltre ai tanti errori ai liberi (6/15 dalla lunetta), è stata l’incapacità di gestire i possessi decisivi. Un problema ancor più grave considerando la presenza di giocatori esperti come Winston, Cheatham e Faried, oltre a una coppia di lunghi che nei primi tre quarti aveva fatto la differenza. Faye e Faried hanno dominato sotto canestro, sfruttando il vantaggio fisico su una Trento priva di Bayehe e costretta a giocare senza centri nella ripresa. Ma quando la partita si è decisa, la loro presenza è svanita: Faye ha inciso poco nel secondo tempo, Faried ha chiuso in anticipo la sua gara con un’espulsione evitabile.
Reggio aveva trovato il massimo vantaggio sul 64-53 al 28’, con Winston inarrestabile e una difesa solida. Ma da quel momento in poi Trento ha preso il controllo, trascinata dall’energia di Ellis e Niang e dalla precisione di Cale dall’arco. Il tecnico a Priftis e l’antisportivo di Faried su Ellis hanno accelerato il crollo: Trento ha sfruttato al massimo l’inerzia, mentre la Pallacanestro Reggiana si è persa nel caos del finale.
Solo Winston, con 25 punti, ha provato a tenere viva la squadra fino all’ultimo, ma senza il supporto dei compagni tutto è stato inutile. L’Unahotels esce così dalla Coppa Italia con un enorme rimpianto: una partita controllata per lunghi tratti è stata buttata via nel momento decisivo. Una lezione amara, da cui ripartire.
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