La canotta di Gianmarco Pozzecco. Quella dello scudetto della stella di Varese. Sporca del sangue dell’allora “Mosca atomica”.
Sulla Prealpina, Giancarlo Pigionatti ci racconta quella storia. Perchè la canotta, poco dopo la sirena, sparì. Da 23 anni, ce l’ha proprio lui: «Dopo un autentico “bagno di folla” sul parquet, portato letteralmente in trionfo dai tifosi, sbucando dal fondo tunnel che porta agli spogliatoi mi corse incontro per abbracciarmi forte, poi si levò la maglia e me la “consegnò”».
«Negli anni, ne sono passati tanti, Pozzecco mi ha chiesto se avessi ancora la sua maglia o se l’avessi riposta in cantina tra cianfrusaglie e ferri vecchi, pronto a riscattarla con moneta sonante. Nulla di tutto ciò: incorniciata, ancora oggi, è appesa, in bella mostra, alla parete del mio “studio”, purtroppo, senza più quella macchia di sangue che, non essendo stata trattata con opportuni conservanti, si è consunta nel tempo. Non nego il rammarico per quell’epica impronta persa ma, solo a vederla, anche fuggevolmente, mi rapisce il ricordo di quella notte da favola».
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