L’Italia, tra risultato e prospettive
Si è tanto discusso del valore da attribuire al risultato ottenuto dall’Italbasket, ai Quarti di finale per la sesta volta negli ultimi sette tornei FIBA disputati. Soltanto gli azzurri e la Slovenia, tra le squadre europee, hanno raggiunto le prime 8 nel triennio Olimpiade 2021-Europeo 2022-Mondiale 2023. In un epoca di ricambio, imprevedibilità a e talento diffuso confermarsi nell’élite del basket mondiale è un merito (specie se si considera il periodo precedente) oltre a un risultato da non dare per scontato. I migliori cicli vincenti del basket per nazionali sono stati preceduti da una continuità di risultati ad alto livello.
Vero, l’Italia aveva un percorso più alla sua portata di altre (leggasi Okinawa e Giacarta, ma non l’altra coppia di gironi di Manila) e l’ha “rispettato” vincendo la sua fase a gironi con 4 vittorie in 5 partite in un contesto comunque di equilibrio, con Repubblica Dominicana e Portorico che meriterebbero maggiore rispetto dai tifosi italiani. Vero, il cammino azzurro è stato direttamente condizionato soprattutto da un risultato altrui – la vittoria lituana sugli USA – che ha ridisegnato completamente un tabellone diverso per tutte le altre. La squadra di Pozzecco ha incrociato la migliore versione vista al Mondiale di Team USA, che ha portato dalla sua il Quarto di finale con uno stint di 10 minuti – tra metà primo quarto e metà secondo – in cui non ha sbagliato nulla rispetto a un’Italia imprecisa al tiro.
A inizio torneo probabilmente nessuno avrebbe dato l’Italia tra le prime otto, capace di arrivare sino alla settimana finale, con un dato di squadra al tiro da 3 inferiore al 30% e peggiorato soltanto da poche squadre che del Mondiale sono state comparse. L’Italia è arrivata ottava perché non si è arresa al tiro che non entrava, continuando a credere nella sua pallacanestro chiara e coerente, fatta per esaltare il livello dei suoi giocatori e allo stesso tempo nascondere il più possibile ciò di cui gli azzurri mancano. Ha battuto la Serbia senza giocare una partita perfetta, che dice del valore reale di questa squadra forse più degli exploit di Belgrado 2021 e Berlino 2022. I 5′ di inizio terzo periodo, quelli che hanno generato il famigerato +16, erano fuorvianti rispetto ai precedenti 20′ in cui gli azzurri erano oltremodo presenti giocando una partita solida, tenace, di difficile lettura per l’avversaria. La rimonta è stata accesa da Datome e Fontecchio, ma la coralità dello sforzo difensivo è stata dimostrazione di identità chiara e limpida di una squadra che tende a essere sottovalutata.
A mente sgombra dai sogni di grandezza iridata, gli azzurri hanno perso due partite simili con Lettonia e Slovenia, sfide in cui l’Italia è stata in vantaggio in doppia cifra e pure vicina a riprenderla nel finale dopo parziali negativi nei quarti centrali. Sfide competitive che hanno avuto in comune diversi punti ma che dicono meno del vero potenziale di questa squadra rispetto al match contro un Portorico tenuto a quasi 40 punti in meno rispetto alla media collezionata nelle prime 4 uscite del torneo iridato. Del domani non v’è certezza ed è presto per capire se già nel 2024 si potranno avere risposte a ciò che gli azzurri cercano per fare un ulteriore passo in alto, ma questa Italia merita un orizzonte positivo perché per la prima volta dopo davvero tanto tempo c’è la sensazione di una squadra che vuole provare a crescere sempre di più, lontano da peana e frasi fatte.
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