Il Punto di Sportando, edizione Mondiale | Cosa lascia la FIBA World Cup 2023 (parte 2)

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Percezioni, valutazioni, opinioni a freddo (nemmeno tanto) dopo 3 settimane di basket per nazionali che hanno visto un podio inedito

Chi sorride meno: USA, Spagna, Australia, Francia

È già partito il totonome per gli Stati Uniti che a Parigi cercheranno di conquistare la quinta medaglia d’oro olimpica consecutiva, ma la spedizione Mondiale di Manila ha confermato un trend e fatto storia dall’altro. È la prima volta dagli anni ’60 che gli USA non vanno a medaglia nella FIBA World Cup per più edizioni consecutive, e Steve Kerr è diventato il quinto allenatore consecutivo a non vincere l’oro alla prima esperienza in area FIBA con una squadra di giocatori NBA. Prima di lui George Karl, Larry Brown, Coach K e Gregg Popovich. Gli ultimi due poi furono in grado di conquistare, all’Olimpiade successivo, il metallo più prezioso, ma il Mondiale ha confermato due caratteristiche fondamentali che Team USA deve avere. Continuità nel roster, con esperienza pregressa in area FIBA, e una maggiore varietà di piani difensivi. Il credo degli USA è stata la capacità di cambiare con switch su qualsiasi punto di riferimento avversario, dettaglio che ha pagato dividendi in alcune occasioni – tra cui la sfida all’Italia – ma non in altre. Aggiungendo questo ai problemi a rimbalzo e nel coprire i backdoor, gli USA si sono scoperti più vulnerabili del previsto e nemmeno giornate in spolvero offensivo – come con la Germania – sono state garanzie di vittoria.

La Spagna ha mancato l’accesso ai Quarti di finale di un torneo internazionale dopo più di un ventennio, e il risultato obbligherà la squadra di Scariolo a disputare per la prima volta in era moderna il torneo Preolimpico. Le tante assenze hanno messo a nudo i difetti di una squadra che ha un sicuro avvenire ma che forse deve saper gestire meglio un possibile scollamento tra generazioni, in parte mascherato dall’ottimo rendimento a EuroBasket e dall’emergere di una gioventù già di livello mondiale.

Ricambio da verificare anche per l’Australia, punita da un percorso oltremodo complesso e incapace di approfittare della sfida alla Germania priva di Franz Wagner. È stato un torneo di transizione, ma i Boomers venivano da una Semifinale nel 2019 e le ambizioni erano indubbiamente maggiori. Parigi servirà a restituire una cartolina più approfondita di una squadra che, con questa generazione di giocatori, partirà sempre tra le front runner.

Se qualcosa poteva andare storto per la Francia, è andato storto in quest’estate partita – come di consueto – con la diffusione dei 12 convocati con ampio ed enorme anticipo, salvo poi inserire Cordinier e tenere in ballo fino all’ultimo Poirier a causa di infortuni altrui. Il peggior torneo possibile per la squadra di Collet – al passo d’addio? – non perché ha pregiudicato obiettivi (le Olimpiadi erano al sicuro per una squadra che veniva da tre medaglie negli ultimi tre tornei giocati) ma perché ha creato una situazione difficile da gestire alla vigilia di un appuntamento in cui la pressione sulle spalle dei francesi sarà enorme. Con o senza Wembanyama e/o Joel Embiid.

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