Walter De Raffaele 400 volte orogranata: rimarrà nella storia.
Il coach livornese, questa sera nella sfida di EuroCup con il Cluj-Napoca, taglia lo straordinario traguardo delle 400 panchine come allenatore della Reyer Venezia. La Gazzetta dello Sport, a firma Paolo Bartezzaghi, ha sentito l’allenatore dell’Umana. Ecco un breve stralcio dell’intervista.
“Nello sport – e non solo – si vuole tutto e subito, qui è diverso. Se penso a questi sei/sette anni il tempo è passato di un fiato grazie anche a vittorie e trofei. Questo è un traguardo che mi rende orgoglioso e soddisfatto. Rimarrà per sempre”.
Come si resta per così tanto tempo nello stesso un club?
“Credo di aver avuto l’empatia per rappresentare in questi anni i valori che il patron Luigi Brugnaro e il presidente Federico Casarin hanno dato al club. E un’etica del lavoro non solo nei momenti positivi ma anche nelle sconfitte. i risultati che abbiamo raggiunto vanno commisurati alle aspettative. Quello che abbiamo creato e stiamo facendo, lo percepiremo tra vent’anni. Club, staff e giocatori, sono componenti che si devono allineare. E’ un percorso straordinario, nel senso che non è ordinario. Si tende a dimenticare tutto in fretta. E’ una storia bellissima, una di quelle che si raccontano ai figli”.
Chi sono stati i protagonisti?
“Io sono all’apice di un gruppo di lavoro. Con lo staff, penso l’assistente Gianluca Tucci e al preparatore Renzo Colombini, abbiamo condiviso un percorso di crescita personale e di squadra. E poi io sono fortunato ad avere accanto una grande moglie e la famiglia che mi tira per un orecchio quando mi perdo nelle cose”.
Tra i giocatori?
“Il nucleo storico: Stone, Haynes, Bramos, Tonut, De Nicolao, Cerella, a cui si sono aggiunti Watt e altri. A loro ho dato tanto e da loro ho ricevuto tanto. Insieme abbiamo vissuto le emozioni più belle. E io vivo di emozi0ni”.
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