Come noto, Brittney Griner è stata trasferita in una colonia penale russa, per scontare i 9 anni previsti dalla condanna per possesso di droga.
Diversi media hanno indagato sulle condizioni cui le detenute sono costrette a sottostare in queste strutture, ed il quadro che ne viene fuori non è di certo rassicurante per chi tiene al futuro della giocatrice statunitense.
Secondo il DailyMail la vita della Griner potrebbe essere in pericolo: “In primo luogo, sarà vista da tutti come una minaccia perché è gay e poi perché è americana. Rischia di essere aggredita nei bagni e di sentire insulti che nessuno dovrebbe mai sentire… Il governo russo ha insegnato alla sua gente molto tempo fa che gli americani sono il nemico dell’umanità”.
Brittney Griner’s life could be in danger in Russia’s penal colony system, per DailyMail
“Griner is 'likely to be jumped in the bathrooms' and hear 'slurs no one ever should hear…The Russian government taught people long ago that Americans are the enemy of humankind,'” pic.twitter.com/RibYuT074o
— NBACentral (@TheDunkCentral) November 12, 2022
Nadezhda Tolokonnikova nel 2013 raccontò a The Guardian i motivi per il suo sciopero della fame nella colonia penale n. 14. Ne riportiamo alcuni passaggi:
“Sono convinta che sia l’unica via d’uscita dalla mia situazione attuale. Non resterò in silenzio, rassegnata a guardare i miei compagni di prigionia crollare sotto lo sforzo di condizioni simili alla schiavitù. Chiedo che l’amministrazione della colonia rispetti i diritti umani; vogliamo essere trattate come esseri umani, non come schiavi…..Lavoravamo 16-17 ore al giorno, dormendo al massimo 4 ore a notte.
“Un anno fa, prima che arrivassi qui, una donna zingara della terza unità è stata picchiata a morte. È morta nell’unità medica del PC-14. L’amministrazione è riuscita a insabbiare il fatto: la causa ufficiale della morte è stata un infarto. In un’altra unità, le nuove sarte che non riuscivano a tenere il passo delle altre venivano spogliate e costrette a cucire nude. Nessuno osa lamentarsi con l’amministrazione, che si limita a sorridere e a rimandare la prigioniera nell’unità, dove la “spia” verrà picchiata dalle altre detenute per ordine della stessa amministrazione. Il ‘nonnismo controllato’ è un metodo conveniente per costringere le prigioniere a una totale sottomissione ai loro abusi sistematici dei diritti umani”.
Accesso limitato all’assistenza sanitaria, lavoro estenuante e abusi da parte di detenuti e personale sono solo alcune delle cose che Griner dovrà affrontare nella colonia penale secondo Olga Romanova, fondatrice del gruppo di difesa dei diritti carcerari Russia Behind Bars.
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