Vanoli e l’addio di Sacchetti: Non ha avuto il coraggio di dirmelo di persona, guardandomi in faccia

Aldo Vanoli sull'ex allenatore di Cremona: Dire no non avrebbe avuto senso, se quello era il suo desiderio. Quindici minuti dopo casualmente avevo già sulla scrivania la rescissione. C’è stata la tentazione di far saltare tutto

Aldo Vanoli ha lanciato anche un duro attacco a Meo Sacchetti nel corso della sua giornata a La Provincia di Cremona.

“Non ha neppure avuto il coraggio di venirmelo a chiedere di persona, guardandomi in faccia. Mi ha telefonato e mi ha detto di parlare col suo procuratore” ha detto Aldo Vanoli.

Questo il racconto di Aldo Vanoli.

“Meo aveva ancora due anni di contratto, senza uscita. Lunedì 11 mi ha chiesto un appuntamento e ci siamo visti. Era un po’ teso, perché aveva raccolto voci secondo le quali avevamo dei problemi e c’era il rischio di chiudere. Gli ho detto chiaramente che anche per noi stava iniziando la Fase 2 e che dovevamo avere il tempo di chiarirci le idee. Ho chiesto tempo, ma lui aveva fretta di partire con il progetto italiani, che in realtà era già in piedi prima della Final Eight. Gli ho chiesto di avere pazienza qualche giorno. Il venerdì c’era l’assemblea Lega e anche quello poteva darci qualche indicazione. Mi ha chiesto ‘mi raccomando die sin entro il 15 giugno”. Al martedì pomeriggio mi ha telefona to dicendomi che aveva urgenza di parlarmi. Quando mi ha detto cosi ho capito che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Al mattino seguente, alle 9, ci siamo sentiti. Mi ha detto ‘Aldo, visto l’incertezza io avrei un’offerta urgente, da prendere o lasciare’. Non mi ha detto con chi, gli ho chiesto di avere pazienza. Mi ha detto che sarebbe stato meglio parlarne con il suo procuratore. Me l’ha passato, ma in quel mo mento non avevo tempo e gli ho chiesto di rinviare la cosa al po meriggio. Alle 17 ho risentito il suo agente che ha esordito dicendomi che per Meo c’era un’offerta interessante dalla Fortitudo. Le sue parole sono state ‘ ‘spero tu sia contento che ti sollevo da un contratto oneroso peri prossimi due anni’. Siamo stati quindici minuti al telefono, i miei nipoti lo sapevano già, lo avevano letto sui social… Dire no non avrebbe avuto senso, se quello era il suo desiderio. Quindici minuti dopo casualmente avevo già sulla scrivania la rescissione. C’è stata la tentazione di far saltare tutto”.