Valerio Antonini: Un secondo posto sarebbe per noi un fallimento storico

Valerio Antonini: Un secondo posto sarebbe per noi un fallimento storico

Valerio Antonini, presidente di Trapani Shark, è intervenuto a Telesud nel corso di Politi.com. Ecco alcune sue dichiarazioni

Valerio Antonini, presidente di Trapani Shark, è intervenuto a Telesud nel corso di Politi.com. Ecco alcune sue dichiarazioni.

SUL MOMENTO

«Un momento storico per la città importantissimo perché in nove mesi siamo riusciti a ribaltare in poco tempo quella che è la geografia del basket nazionale. Oggi Trapani è diventata la città di cui tutti parlano, non soltanto in Serie A2 ma anche in Serie A. Ho ricevuto telefonate da tanti dirigenti e da alcuni presidenti di Serie A che volevano sapere quali erano i programmi per il prossimo anno. Quindi c’è un’attenzione legata a quello che stiamo facendo veramente particolare. È chiaro che aver acquisito Stefano Gentile e Amar Alibegovic in una squadra che già la più forte ha dato un messaggio molto chiaro, molto dirompente anche alle nostre concorrenti».

SU ANDREA DIANA

«Lui è ben contento, perché era già contento della squadra che aveva in mano. Avevamo identificato già prima che lui arrivasse quelli che erano i tipi di giocatori che ci servivano, però io non mi sono mosso perché ho voluto aspettare che lui mi desse delle indicazioni sui nomi. E abbiamo fatto tutto in collaborazione tra me, lui, Julio e Valeriano perché così si fanno le cose. In comunione di intenti. Si sbaglia tutto insieme, si vince tutto insieme, quindi oggi lui sa di avere in mano una Ferrari Portofino extra lusso, e deve portarla a vincere il campionato perché arrivare secondi sarebbe un fallimento storico per la nostra società».

SULL’AMBIENTE

«Abbiamo quella parte di tifoseria sana, onesta, bella che io adoro dai bambini, ai ragazzi, alle persone anziane, agli uomini di mezza età che ci sostengono. E poi vedi quel poco di quel poco di giornalisti, difesi da quella che viene ancora definita l’associazione dei giornalisti trapanesi che mi fa un po’ divertire, che non si rende conto del momento storico che la città sta vivendo».

SUL FINALE DI STAGIONE

«Uno sforzo economico superiore a quello che io avevo preventivato, ma che si è reso necessario perché strada facendo mi sono reso conto che c’erano evidentemente dei tasselli su cui intervenire».