UCC Assigeco Piacenza ai playoff: le emozioni del “pres” Franco Curioni

UCC Assigeco Piacenza ai playoff: le emozioni del “pres” Franco Curioni

Curioni: Credo che la Fip non possa non tenere conto di quanto hanno fatto e investito le società di A2 in questo periodo tormentato, dal punto di vista tecnico ed economico, e debba consultarle nel programmare la riforma dei campionati

CODOGNO Il cuore in tumulto alla sirena finale della sfida di domenica scorsa contro San Severo segna il
ritmo delle emozioni e dei ricordi accumulati durante le dieci stagioni passate nel campionato di A2:
memorie felici affiancate a qualche cicatrice dell’anima che accompagnano il nuovo ciclo dell’Assigeco che,
dopo aver sempre lottato per la salvezza, per la prima volta nella propria storia sportiva nella seconda serie
nazionale arriva ai play off finendo addirittura al quarto posto.

Il sorriso è nascosto dalla mascherina, ma gli occhi brillano al massimo nel felicitarsi con allenatore e
giocatori: la passione cestistica di Franco Curioni taglia un nuovo importante traguardo. «L’emozione per
aver centrato questo piazzamento è innegabile: domenica è salita a livelli pazzeschi. Razionalmente però è
giusto evidenziare come con Osvaldo Rosa, il proprietario dell’Assigeco (sponsor del club dal 1994 ndr)
abbiamo cercato di strutturare la squadra non solo per mantenere il posto in A2, comunque obiettivo
primario, ma anche per tentare di arrivare a qualcosa in più – il patron dell’Assigeco ritorna con il pensiero
alla scorsa estate: la base di partenza di un’annata fantastica -. Con Stefano Salieri, il coach che ho inseguito
per anni perché affascinato dal suo basket moderno impreziosito da fisicità e ritmo, e firmato dopo aver
superato anche diverse perplessità interne e con uno staff nuovo, cresciuto in casa, esaltato dalla presenza di
Alessandro Pagani, bravo e determinato a completare il percorso di esperienza, siamo riusciti a impostare
una squadra valida che potesse divertire e fare risultato…anche con qualche sacrificio economico in più».

Non è stato semplice superare i tanti ostacoli durante il percorso stagionale. «Beh, in pratica abbiamo giocato
senza un americano (Carr ha fatto 189 minuti in 12 partite ndr) con Luca Cesana, ora purtroppo capitano
“non giocatore” per infortunio (solo 17 apparizioni su 30 ndr) e con il coach che a dicembre ha saltato un
mese per problemi fisici. Sono stati fondamentali lo spirito di gruppo e la grande coesione di squadra e il
lavoro di Gabriele Grazzini e Fabio Farina, vice e assistente di coach Salieri: i fattori che hanno permesso di
compattarci e reagire con determinazione alle difficoltà».

La serie dei quarti di finale play off si gioca contro Ferrara, uno degli avversari più ostici. «Sfidiamo
un’ottima squadra che abbiamo avuto modo di conoscere direttamente un paio di settimane fa: massimo
rispetto per i giocatori e per un club che ha lavorato molto bene. Il nostro obiettivo? Fare bella figura, tanto
che abbiamo aggiunto un giocatore (Verners Kohs ndr) al roster per sopperire alle assenze. A Ferrara poi
gioca uno dei ragazzi cresciuti al “Campus”, Luca Vencato, bravo a ritagliarsi un ruolo di protagonista in
A2».

Arrivare ai play off dopo due anni durissimi, condizionati dal Covid, aumenta il grado di soddisfazione. «Gli
ultimi due campionati e mezzo sono stati decisamente impegnativi: abbiamo lottato superando ogni problema
con forza, coraggio e tanta resilienza. Credo che la Fip non possa non tenere conto di quanto hanno fatto e
investito le società di A2 in questo periodo tormentato, dal punto di vista tecnico ed economico, e debba
consultarle nel programmare la riforma dei campionati».

Dalla prima volta a Lodi nel 2009/10 a quella di oggi al “PalaBanca”, passando dagli anni al “Campus” i
miglioramenti sono stati continui. «Anni belli, soddisfazioni e qualche inevitabile errore, con tanti giocatori
che sono passati da noi arrivando a livelli di eccellenza, come Ricci, Spissu e Sant-Roos che giocano in
Eurolega. La volontà e la passione non mancano, la mia famiglia mi supporta con amore, per continuare a
lavorare con onore e determinazione. Come finisce con Ferrara? “vula bass e schiva i sass”…godiamoci
quello che viene».