The Athletic: Il trattamento preferenziale di Leonard e George alla base del flop Clippers

The Athletic ha ricostruito la stagione dei Los Angeles Clippers, conclusasi con la pesante rimonta subita dai Nuggets nei playoff, e la missione che attende coach Ty Lue, chiamato in virtù del positivo accordo tra star costruito a Cleveland nell’anno del titolo

The Athletic ha ricostruito la stagione dei Los Angeles Clippers, conclusasi con la pesante rimonta subita dai Nuggets nei playoff, e la missione che attende coach Ty Lue, chiamato in virtù del positivo accordo tra star costruito a Cleveland nell’anno del titolo.

Le problematiche più grosse, raccontate da The Athletic già lo scorso gennaio, erano d’altronde basate sullo scarso inserimento di Kawhi Leonard e Paul George nello spogliatoio dei Clippers. Trattamenti da “star” che hanno situazioni simili anche in altre franchigie, ma che in questo caso hanno distrutto la “cultura” dell’organizzazione costruita nelle stagioni precedenti.

«Come si poteva costruire una stagione vincente senza fermare questa merda?» la domanda posta da una fonte interna.

Tra i trattamenti che hanno messo sotto accusa soprattutto Kawhi Leonard, una particolare privacy pre-gara, con allenamenti e preparazione individuale che nelle gare in trasferta portava ad occupare lo spogliatoio femminile, creando un evidente disagio.

Ecco le accuse che coinvolgono anche George nella ricostruzione di Jovan Buha.

– Le due stelle avevano addetti alla sicurezza e anche staff tecnico personale;

– I compagni di squadra erano convinti che le due stelle avessero voce in capitolo anche sul programma dei viaggi e degli allenamenti. Qualcuno crede che siano stati in grado anche di cancellare alcune sessioni;

– La residenza di Kawhi Leonard a San Diego ha portato il giocatore ad alcuni ritardi prima di allenamenti e trasferte;

– I due giocatori parlavano con i media nei dopo-gara solo dopo sessioni defaticanti. I compagni erano dunque sempre costretti a sostenere le interviste di rito in loro vece;

– I compagni avevano la convinzione che i due potessero decidere quando giocare e quando non giocare, anche durante le gare stesse.