12 – Baskonia
Coach: Dusko Ivanovic (confermato)
Il titolo tanto atteso, il giusto premio alla carriera di un coach che ha fatto la storia del basket europeo, la probabilmente inevitabile rivoluzione estiva.
Al Baskonia, come spesso accade, una coppa è stata la fine di un ciclo, e l’addio di Toko Shengelia (senza dimenticare Shavon Shieds e Matt Janning) impone una partenza di rincorsa per quelli che restano i campioni di Spagna.
Il tutto in un sodalizio importante a livello stutturale, ma che solitamente a novembre cancella la guida tecnica: per Ivanovic un lavoro in salita, pur partendo da un roster assolutamente importante.
Luca Vildoza, al netto dei guai fisici, è atteso alla stagione della consacrazione (per poi spiccare il volo?). Play puro, gestore di ritmi e di giocate importanti, sarà il metronomo, affiancato in regìa dall’ambivalente Pierria Henry.
In guardia Zoran Dragic dovrà essere equilibratore (ma anche qui il fisico ha tradito spesso), mentre in ala ecco il colpo dell’estate Rokas Giedraitis, un “3” da 200 centimetri di difficile abbinamento per tutti con un talento importante, con Alec Peters che ad un livello medio potrebbe rilevare quanto non apparso a Cska ed Efes.
Come? Dando vita ad un profilo da 3&D e prendendo esempio dalla grinta e voglia di crescere di Achille Polonara, che dopo la stagione scorsa ha scalato qualche gradino nella gerarchia di squadra. Interessante, come sempre, il pacchetto lunghi.
Tonie Jekiri all’Asvel si è rivelato rimbalzista granitico e uomo da doppia-doppia, al suo fianco Ilimane Diop e Yousooupha Fall possono mettere ombra al ferro. Fondamentale, per un salto di qualità, un contributo dai “Godot” Kurucs e Sedekerskis.
11 – Olympiacos
Coach: Georgios Bartzokas (confermato)
I campionati nazionali sono realmente un freno? Secondo Bartzokas sì, ma che sia realtà o coerenza di parte lo dirà solo il campo. D’altronde, per il secondo anno di fila l’Olympiacos è fuori dall’A1 greca, concentrando il proprio potenziale solo su EuroLeague.
Come? Con un’anima ellenica più spiccata di quella del Panathinaikos, e con il super colpo Kostas Sloukas. Il classe 1990 di Salonicco ha fatto ritorno al Pireo con una scelta convinta, credibilmente andata oltre la “scelta” di Obradovic a Istanbul.
Ed è lui l’unico volto in grado di sostituire nei cuori “reds” Vassilis Spanoulis, “dio greco” a 38 anni suonati nel pieno di un inevitabile declino. Al fianco delle “certezze” Kostas Papanikolaou e Georgios Printezis, il resto è tutto da costruire.
Charles Jenkins può essere il giusto contraltare di Shaquielle McKissic, 3 sole gare nella passata stagione dopo l’arrivo dal Besiktas, ma da 13.7 punti di media. Gambe da Williams-Goss (uno che al Pireo non convinse prima del ritorno in NBA), ma fisico e impatto difensivo superiore: questi gli ingredienti di un reale ago della bilancia stagionale.
Potenziale importante anche per Aaron Harrison (ma inseribile in un contesto così sfaccettato?), Godot eterno Sasha Vezenkov (attaccante eccellente, ma monodimensionale), reparto lunghi tutto da interpretare.
Hassan Martin, considerato il nuovo Kyle Hines in Aba Liga, si ritroverà in un contesto fisico mai affrontato prima, Livio Jean Charles si è rivelato discretamente all’Asvel Octavius Ellis ha mostrato discreta solidità in EuroCup con Patrasso. Basterà?
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