Sergio Scariolo: NBA superiore per qualità, EuroLeague più appassionante in RS

Sergio Scariolo, allenatore campione del Mondo e Nba, è stato il protagonista della quarta puntata di Meet The Best: Lo sapevamo, Toronto non era così scarsa come la dipingevano dopo gli addii di Leonard e Green

Sergio Scariolo, allenatore campione del Mondo e Nba, è stato il protagonista della quarta puntata di Meet The Best incontra, un format di A Better Basketball che torna già questo pomeriggio, in diretta sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di ABB dalle ore 18, con un mito del basket europeo, Aleksandar Djordjevic, coach della Virtus Segafredo Bologna.

Questi alcuni temi trattati dal tecnico dei Toronto Raptors e della Spagna nell’incontro di giovedì al quale anche gli appassionati hanno potuto partecipare con le loro domande live e i loro commenti.

La stagione di Toronto e come ripartirà la NBA

E’ stata una stagione positiva fin dall’inizio, siamo stati sempre convinti che anche senza Leonard e Green, e senza averli sostituiti se non dando più spazio ai nostri giocatori giovani, non fossimo così scarsi come molti ci dipingevano. Certo non ci aspettavamo che, quando la stagione è stata sospesa, avessimo un bilancio migliore di quello dell’anno precedente e fossimo perfettamente in linea per sentirci anche oggi una contender per il titolo. Ma vedo che questa fiducia non è venuta meno, e ancora presente e tutti non vedono l’ora di giocare per poterlo dimostrare. Che accada quest’anno starei più sul condizionale che sul futuro: nella NBA c’è una volontà fortissima di concludere il campionato che si basa non solo sui grandi interessi in gioco ma, anche, sulla capacità della Lega di fare le cose bene, credibilità che dà la possibilità di ricominciare la stagione anche in un momento così difficile. Ma l’opzione di non ripartire è anche sul loro tavolo.

In Europa molti discutono della superiorità della NBA sull’Eurolega

La NBA per qualità dei giocatori, fisiche e tecniche cosa spesso sottovalutata in Europa, e per la quantità di giocatori di altissimo livello, ha una superiorità indiscussa sull’Eurolega. Che però, durante la stagione regolare, è più appassionante per il peso specifico maggiore di ogni partita, la pressione dell’ambiente, l’importanza delle singole prestazioni. A me piace moltissimo, ogni settimana vedo tre-quattro partite non solo per aggiornamento personale: quando faccio il mio allenamento quotidiano cardio, guardo l’Eurolega. Ma quando cominciano i playoff, niente è minimamente comparabile alla NBA e chi non arriva a capirlo è perché non vuole arrivarci.

L’eccellenza della Spagna nel settore giovanile

Io sono nato allenatore delle giovanili e dentro mi sento ancora tale. Ho dovuto lasciare dopo quattro anni il ruolo di responsabile del settore giovanile della nazionale spagnola a malincuore: per me, ogni estate, era divertimento puro vedere quotidianamente una partita delle nostre selezioni e poi passare mezzora al telefono col loro allenatore. O usare giorni delle mie vacanze per raggiungere le squadre giovanili in raduno in posti sperduti della Spagna. Abbiamo impostato un lavoro comune, una piramide al contrario nella quale partendo dall’Under 12 ogni anno si aggiunge qualcosa in più ma non si riparte da zero perché il lavoro tecnico e la filosofia è la stessa e non viene stravolta ad ogni cambio di allenatore, dai bambini alla prima squadra. Ogni anno cerchiamo idee e nuovi progetti per creare un senso di appartenenza concreto e non fatto solo di chiacchiere. La scorsa estate, abbiamo portato le selezioni Under 16, 18 e 20 per un giorno al raduno della prima squadra, le abbiamo fatte lavorare lì e, al termine della giornata, i seniores hanno trascorso del tempo coi ragazzi, spingendo in modo che i più grandi andassero dai più giovani e timidi, per creare un ponte emozionale. Il risultato è una identità e una appartenenza ad una maglia, anche in un momento problematico per l’unità del Paese, che si traduce nel volerci essere, nel non rinunciare alla Nazionale anche se ti dicono che lavorando da solo in America diventerai una stella Nba.

Come trovare nuove motivazioni dopo aver vinto tutto

Non ho mai avuto bisogno di cercare motivazioni, le ho sempre avute dentro, ogni giorno, ogni mattina in cui mi alzo col piacere di studiare qualcosa di nuovo per migliorare la squadra e me stesso. Non credo sia un mio merito, la vedo piuttosto come una cosa naturale che nasce dalla cultura che la mia famiglia mi ha insegnato e cioè che se fai una cosa, devi farla bene e che, nella mia famiglia, farla bene significasse farla benissimo. Trent’anni fa ho vinto il mio primo scudetto a Pesaro, la fortuna è che mi sento appassionato oggi come se fosse allora o anche prima. Non mi costa dedicare tempo al basket e quello che è cambiato è la tranquillità che l’esperienza ed l’aver allenato tanti campioni ti dà rispetto a quel tupamaro di allora, che esagerava con la sua passione e effervescenza. Ho imparato che togliere tutto il fumo e quell’esasperazione inutile ti aiuta ad essere più concentrato, chiarirti le idee nelle decisioni e comunicare meglio con la squadra.