Sasha Djordjevic sul boicottaggio NBA: Va bene fermarsi due giorni, poi bisogna tornare in campo

Il coach della Segafredo Virtus Bologna Sasha Djordjevic: Sono molto colpito da quello che sta facendo l’NBA che come organizzazione ha dato una grandissima possibilità ai giocatori e ai proprietari di esprimere la loro opinione in un momento particolare

Il sito bolognabasket.org ha riportato le parole di Sasha Djordjevic alla vigilia della gara con la Vanoli Cremona. Ecco alcuni passaggi:

SULLA SUPERCOPPA

«Fisicamente la squadra sta rispondendo veramente bene, anche Markovic e Weems si sono integrati in maniera buona a livello fisico. Io sono dell’idea che la Supercoppa sia una partenza giusta, poi tutte le squadre non partiranno con le stesse possibilità e le stesse condizioni».

SULLA PREPARAZIONE

«All’inizio la problematica era portare tutti allo stesso livello, fisico e mentale: adesso spacco tutto e sono fatti loro. Lo sforzo senza risultati dello scorso anno è stata una prova, adesso bisogna resecare tutto e cercare di riprenderci quello che c’è a disposizione sul tavolo».

SUGLI OBIETTIVI

«L’obiettivo è vincere ogni partita: finché sono qua gli obiettivi sono le finali e i titoli. La Supercoppa non sarà una competizioni di partite amichevoli, perché per me le amichevoli non esistono, esistono le partite di preparazione».

SUL BOICOTTAGGIO NBA

«Sono molto colpito da quello che sta facendo l’NBA che come organizzazione ha dato una grandissima possibilità ai giocatori e ai proprietari di esprimere la loro opinione in un momento particolare. Nel nostro sport l’NBA ha tanto peso, ci sono stesse globali perciò ogni loro parola ha un certo peso. I giocatori e le squadre NBA penso che debbano andare in campo per portare il messaggio: va bene l’impatto di non giocare per 1-2 giorni, ma poi bisogna continuare a giocare per continuare a portare il giusto messaggio ed essere professionali. Io sono per giocare e mandare messaggi forti, dire quello che si pensa e fare la propria professione sul campo. Purtroppo il razzismo è sempre presente, soprattutto nelle situazioni in cui qualcuno è scontento. Non me l’aspettavo nel 2020, a maggior ragione in un paese come gli Stati Uniti».