Roberto Carmenati, lo scout che ha portato Doncic a Dallas: Vedevamo un potenziale da All-Star

L'ex Olimpia Milano, ora ai Mavericks: Abbiamo rischiato, era una scelta che poteva costare il posto di lavoro al gm e agli altri, me compreso

Roberto Carmenati, scout internazionale dei Dallas Mavericks, racconta Luka Doncic a corriere.it: «Vivo a Fabriano, ma sono in giro per Europa e Africa almeno 100 giorni l’anno: vedo 180-200 partite l’anno dal vivo e forse il doppio in televisione. La media è di 2 al giorno circa, ma poi vedo anche altri spezzoni. L’EuroLeague è il serbatoio principale ma può esserci un giocatore di interesse anche nei campionati di seconda fascia. Devo monitorare i prospetti da prendere nel draft, lo sviluppo di quelli già “draftati” oltre a quelli non draftati che maturano gradualmente come Melli o Datome per esempio».

E si arriva al primo contatto con Luka Doncic, al NextGen del 2015: «Lui aveva 16 anni, tutti gli scout delle franchigie Nba erano presenti. Lì abbiamo preso nota, abbiamo detto: “Sarà un giocatore dei primi 10 del draft”. Già allora aveva messo in mostra le qualità che poi ha mantenuto. Era dominante allora come adesso. Quando lo abbiamo scelto nel 2018 abbiamo ripercorso tutta la sua carriera per confrontare i miglioramenti. Negli Europei 2017 vinti dalla Slovenia lui è esploso fragorosamente, in quel momento abbiamo cercato di fare di tutto perché fosse il primo obiettivo».

Di fatto, Carmenati ha il suo merito nello sbarco di Doncic a Dallas: «25-30%. Sarebbe giusto dire che è stato un lavoro di squadra, il merito principale è di Don Nelson che si è confermato il migliore gm in Nba. Dopo Nowitzki ha fondato la ricostruzione su Luka che può diventare un giocatore da Hall of Fame. Io ho sempre sostenuto che lui fosse il migliore del draft, anche quando a febbraio 2018 ebbe un calo sensibile e si sparsero voci sul fatto che si fosse montato la testa o che fosse lento e sovrappeso».

Eppure, Suns, Kings e Hawks hanno detto “no” a Docinc: «Che fosse da Nba era evidente, noi vedevamo un potenziale da All Star. Non avevamo dubbi: abbiamo rischiato, era una scelta che poteva costare il posto di lavoro al gm e agli altri, me compreso. Abbiamo fatto uno scambio con Atlanta sacrificando Trae Young e una futura prima scelta perché volevamo Luka a tutti i costi. Nel giorno della trade Doncic-Young, ho scritto un messaggio a tutto lo staff: “Sono contento, vedrete che nel primo anno farà tante partite in doppia doppia e almeno 7-8 triple doppie”. Ne ha fatte 8, poi quest’anno è già oltre quota 10 triple doppie».