Reyer Venezia, le parole di Fabio Barberi di S4 Energia

Reyer Venezia, le parole di Fabio Barberi di S4 Energia

Continuano le interviste alle aziende partner della famiglia orogranata. Oggi abbiamo avuto il piacere di parlare con l’amico Fabio Barberi, Amministratore Delegato, socio e Presidente di S4 Energia. Di seguito l’intervista realizzata insieme

Continuano le interviste alle aziende partner della famiglia orogranata. Oggi abbiamo avuto il piacere di parlare con l’amico Fabio Barberi, Amministratore Delegato, socio e Presidente di S4 Energia. Di seguito l’intervista realizzata insieme.
1) Caro Fabio, ci racconti come state vivendo questo momento difficile?
Siamo una società di fornitura di energia elettrica e gas e ancora prima del lockdown eravamo strutturati per lavorare in smart working con quattro, cinque collaboratori. Dunque è stato un attimo passare dall’ufficio a casa, sin dal primo allarme dell’emergenza. Personalmente a me piace la socialità e l’azienda piena di gente, ma devo dire che il lavoro da casa ha funzionato e molto bene e voglio ringraziare tutto il personale. Ora siamo ancora in smart working, ma dalla prossima settimana torneremo in ufficio.
La nostra azienda è composta da sedici dipendenti, prevalentemente da donne e mamme. Ho capito subito che dovevamo dare loro uno strumento per conciliare la vita lavorativa con quella familiare per colmare il vuoto creato dalla chiusura della scuole, anche a discapito della efficienza aziendale.
Inoltre abbiamo avuto un controllo della Spisal (Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza negli Ambienti Di Lavoro) e siamo orgogliosi di aver ricevuto complimenti per come abbiamo adattato l’azienda alla prevenzione del Covid-19. Abbiamo installato plexiglas, cartelli esplicativi, apposite scatole per le mascherine, guanti e kit di sicurezza per ogni dipendente. Ci è stato fatto un verbale, ma con complimenti e per noi è un punto di forza e grande soddisfazione.
Siamo sempre attenti nella comunicazione e nella sicurezza, essere prudenti è stato un processo automatico.
Noi siamo a contatto con il pubblico e con i clienti clienti è giusto utilizzare i massimi sistemi di protezione.
Abbiamo avuto dei cali nei consumi, ma sono stati fisiologici, ora stiamo fatturando aprile in cui c’è stato il blocco totale delle attività. Siamo un’azienda con 25.000 mila punti luce e gas e lavoriamo molto con le PMI, gli alberghi, le officine, le panetterie e tante partite IVA, abbiamo toccato con mano il calo di consumi che è stato davvero importante e che notiamo ancora adesso.
Purtroppo, abbiamo registrato insolvenze importanti, di solito nel nostro settore la percentuale di insolvenza è bassa perché i clienti pagano con RID bancario. Ora siamo al 12 percento circa di clienti insolventi, sono cifre importanti.
Devo però aggiungere che chi sta riaprendo l’attività ci ha comunicato che pagherà le bollette insolute, siamo una sorta di termometro di quella che è la situazione del Paese.
2) Cosa significa far parte di questo progetto?
Il Progetto Reyer lo conoscevo già perché mio figlio quando aveva sette anni giocava nel minibasket Reyer e per questo l’ho sposato. Ho visto cosa fa la Reyer per i giovani sin dai primi passi, dai ragazzini fino alla prima squadra che ha raggiunto un livello di spessore internazionale. Quando ho avuto la possibilità di diventare partner Reyer ne sono stato entusiasta.
Ho sposato più il progetto della visibilità, seguivo già il basket ma ho aderito per il valore e l’organizzazione dell’ambiente, sano e strutturato. La Reyer è una cassaforte.
3) In attesa che tornino le emozioni sul parquet, ci racconti qual è il tuo ricordo più bello legato a Reyer?
Sicuramente aver partecipato alla finale di Coppa Italia vinta a Pesaro. C’è stato un entusiasmo e un coinvolgimento pazzesco, esserci è stata un’emozione impagabile.
4) Che messaggio vorresti mandare a tutti coloro che hanno la Reyer nel cuore?
Crediamo in noi stessi, non molliamo mai e non ci arrendiamo. Non seguiamo troppo i media perché ci bombardano con la crisi e le brutte notizie, dobbiamo credere nei nostri progetti e svilupparli. Io non ero commerciale, avevo un’azienda d’impianti tecnologici specializzata in appalti pubblici, sono partito da zero con questa azienda e ho fatto molta strada, non bisogna mai arrendersi, ma andare oltre le difficoltà.