Repesa: “Milano ha vinto con merito, ma ho comunque del rammarico”

Repesa: “Milano ha vinto con merito, ma ho comunque del rammarico”

Coach Repesa analizza la partita e poi la stagione e non si dimentica di togliersi qualche sassolino di dosso su cosa vorrebbe per lavorare al meglio in una società

Repesa: “Complimenti a Milano e in bocca al lupo per il prosieguo dei playoff. Vanno avanti con pieno merito. Come ho detto prima della partita per fare un’analisi bisogna partire dall’avversario, cosa ti permette o cosa non ti permette. Stasera abbiamo visto una Milano un po’ diversa rispetto a 2 giorni fa. La partita è stata più complicata. Non sono abituato a prendere schiaffi, ho giocato tantissimi playoff, giocando, vincendo e perdendo. Mi dà fastidio perdere così, perché in 30 anni ne ho viste di tutti i colori. Ho visto giocatori molto buoni che non hanno mai avuto l’occasione di giocare davanti a 8000 persone come stasera. Una vetrina molto bella. Nei primi 5 minuti abbiamo preso 14 punti. E’ un rammarico che mi è rimasto dentro, devo dirlo perché io sono un competitivo e lo sono stato tutta la vita. Non si può partire così: l’allenatore può chiamare un time out dopo 2-3 minuti in regular season, ma in playoff chiamare un time out perché subiamo sempre canestro e non facciamo mai fallo, è un peccato. La differenza a rimbalzo 40-26 è stata enorme, così come i tiri da 3. 99% è merito loro, ma rimane lo stesso il rammarico su cosa si poteva fare. Facico i complimnenti per la stagione a tutti: squadra, staff. Un risultato straordinario abbiamo fatto. In coppa Italia siamo arrivati in semifinale tutti influenzati. Dobbiamo cambiare il nome alla nostra arena da Vitrifrigo a Congelatore la prossima annata. Siamo arrivati là tutti ammalati, lo dico scherzando ovviamente. Raggiungere playoff è stato un altro risultato. Siamo arrivati primi con l’utilizzo degli italiani, il popolo è tornato ed è soddisfatto. Ma voglio sottolineare che ci sono tantissimi margini per fare ancora meglio. Ringrazio i giocatori per la disponibilità e la tolleranza ad un coach come me che è molto esigente. Qualche volta posso aver detto una parola di troppo e chiedo scusa, perché sono una persona stra-diretta. Ma credo che solo così si possono fare passi avanti. Abbiamo avuto periodi calo e altri buoni. Nella prima parte della stagione abbiamo avuto tre infortuni gravi, non ne abbiamo sofferto subito, ma poi siamo andati giù. Non è facile giocare un anno intero allo stesso livello. Stasera o anche due giorni fa, il popolo è stato straordinario, mentre per un periodo c’è stata una contestazione che non mi è piaciuta, questo mi dispiace. Si deve avere la tolleranza quando le cose non vanno bene, perché ognuno prova sempre a dare il massimo. Se vado o rimango? Il futuro non lo so. Ma deve essere chiaro e l’ho ripetuto più volte: una squadra di questo livello deve avere una sua casa per lavorare come si deve e questo non c’è. Non è facile cambiare palestra per allenarsi ogni giorno. La città di Pesaro deve decidere su questo. L’altra cosa è che io non sono abituato a lavorare senza programmazione. Non posso portare qua giovani e non farli lavorare. Se c’è una programmazione invece è un’altra cosa. Non mi interessano le voci di mercato, la mia dirigenza è la mia famiglia, ma anche loro hanno le mani legate.”