I Philadelphia 76ers sono in caduta libera. Dopo la pesante sconfitta per 142-110 contro i Chicago Bulls, la squadra di Nick Nurse ha toccato l’ottava sconfitta consecutiva, con un record stagionale di 20-37 che mette seriamente in dubbio anche la qualificazione ai play-in. La situazione è resa ancora più drammatica dagli infortuni, con Joel Embiid fermo ai box per problemi al ginocchio e diverse altre assenze che hanno compromesso il rendimento della squadra.
Il nodo Embiid: il futuro della stagione è in bilico
L’assenza di Joel Embiid è il tema centrale della crisi dei Sixers. Il centro camerunese non ha giocato contro Chicago ed è attualmente sottoposto a esami approfonditi per valutare le condizioni del ginocchio sinistro, che lo tormenta da mesi. Nick Nurse ha confermato che il giocatore sta facendo ulteriori test e che la squadra deciderà a breve i prossimi passi, senza però sbilanciarsi sulla possibilità di un rientro a breve termine.
Dopo l’infortunio subito a gennaio contro Golden State, Embiid non è mai riuscito a recuperare completamente, esprimendo apertamente la sua frustrazione per il mancato miglioramento delle sue condizioni. “Devo risolvere il problema”, aveva dichiarato dopo il ko contro Boston della scorsa settimana. Il lungo, che ha giocato solo 19 delle 57 partite stagionali, sta vivendo un’annata complicata: le sue medie di 23.8 punti, 8.2 rimbalzi e 4.5 assist sono le peggiori della carriera, così come le percentuali al tiro (44.4% dal campo e 29.9% da tre).
L’MVP 2023 ha ancora un contratto a lungo termine con i Sixers, con 248 milioni di dollari garantiti fino al 2029, ma la sua salute e il rendimento della squadra potrebbero spingere Philadelphia a decisioni drastiche.
Paul George: “Non sembriamo una squadra da playoff”
Dopo il pesante ko contro i Bulls, Paul George non ha usato giri di parole per descrivere la situazione della squadra:
“Non importa chi gioca e chi no… non abbiamo mostrato alcun segnale di essere una squadra da titolo. Anzi, nemmeno da playoff”, ha dichiarato George, autore di 19 punti nella sconfitta contro Chicago.
“In questo momento, sembra un obiettivo troppo lontano. Dobbiamo solo lavorare e cercare di giocare l’uno per l’altro, ma non siamo nemmeno lontanamente una squadra da titolo o da playoff”.
Parole pesanti, che riflettono il malumore dello spogliatoio e le difficoltà di una squadra costruita per vincere ma incapace di competere ai massimi livelli. George, arrivato con un contratto da 212 milioni di dollari in quattro anni, sta vivendo una stagione sottotono, con 16.1 punti di media, il dato più basso dai tempi del suo secondo anno in NBA.
Un’infermeria piena e un roster a pezzi
Oltre a Joel Embiid, anche Eric Gordon (polso), Kyle Lowry (anca) e Quentin Grimes (ginocchio) sono fermi ai box, mentre Guerschon Yabusele ha dovuto lasciare il campo nel terzo quarto contro Chicago dopo un colpo al volto. Tyrese Maxey, seppur a mezzo servizio per un infortunio al dito, è stato costretto a scendere in campo, ma non è bastato per evitare un’altra imbarcata.
La fragilità fisica del roster è stata uno dei problemi principali della stagione: il trio Embiid-George-Maxey ha giocato insieme solo 15 partite su 57, con un record di 7-8. Senza continuità, i Sixers hanno perso qualsiasi identità di squadra e sono scivolati in fondo alla classifica.
Futuro incerto: stagione compromessa?
Il giornalista Stephen A. Smith è stato lapidario:
“I Sixers dovrebbero semplicemente chiudere la stagione, far riposare Embiid e George e pensare ai prossimi anni”.
L’analista Tim Bontemps ha sottolineato come Philadelphia potrebbe anche considerare di “sacrificare” questa stagione per salvaguardare la salute del roster e puntare sulla scelta al draft protetta nelle prime sei posizioni, che al momento sarebbe ancora nelle mani della franchigia.
Mercoledì i 76ers affronteranno i New York Knicks in una sfida che potrebbe essere già decisiva per il futuro immediato della squadra. Ma con una squadra decimata dagli infortuni e un morale ai minimi storici, il rischio di un’altra disfatta è concreto.
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