“Olimpia Pride”: resilienza, caratteri, la simbiosi con i tifosi in Gara 2

“Olimpia Pride”: resilienza, caratteri, la simbiosi con i tifosi in Gara 2

La review di quello che è stato il 2021/22 di Milano in Eurolega

36 partite, contando anche quelle con le squadre russe, cancellate dalla classifica ma non dalle gambe dei giocatori e l’Olimpia ha effettuato tutte le tre trasferte in Russia. 22 vittorie, di cui 10 in trasferta, meglio di chiunque altro durante la regular season. Per il secondo anno consecutivo, l’Olimpia ha raggiunto i playoff che mancavano dal 2014 e prima ancora dal 1997. Per il secondo anno di fila li ha conquistati con il vantaggio del fattore campo. Certamente, finire al terzo posto e incrociare i Campioni d’Europa, la squadra più continua degli ultimi quattro anni (tre Final Four più il primo posto parziale nel 2020 quando la stagione è stata interrotta), non ha aiutato. L’Olimpia però ha vinto una partita contro l’Efes e ne ha perse due in trasferta negli ultimi possessi, in ambedue ha guidato nel punteggio a meno di cinque minuti dalla fine, nonostante pagasse assenze pesanti, il playmaker titolare Malcolm Delaney, il giocatore partito in quintetto 32 volte in 32 gare in cui è stato disponibile, Nicolò Melli. Gigi Datome non ha giocato le prime due partite della serie, è rientrato anzitempo per dare una mano e in Gara 4 stava per diventare protagonista di una prestazione eroica che la sconfitta non deve cancellare. Sergio Rodriguez si è infortunato nel finale di Gara 2. In condizioni normali sarebbe stato assente per diverse gare. Erano playoff, ha stretto i denti ed è tornato subito, non ha saltato alcuna partita. L’Olimpia è stata un esempio di resilienza. Si è ribellata a tutto, alla sfortuna, agli infortuni, alla recente ondata di Covid che ha penalizzato alcuni giocatori e il lavoro della squadra. Forse avrebbe meritato di più nelle due gare di Istanbul, ma come ha detto Gigi Datome nel post partita non bisogna dare per scontata la partecipazione ai playoff o alla Final Four. Coach Ettore Messina l’aveva detto lo scorso anno dopo Gara 5, quella della qualificazione: “Il nostro obiettivo l’anno prossimo è tornare ai playoff, non possiamo essere quelli che partecipano ogni sei-sette anni, dobbiamo esserci sempre perché poi puoi tentare davvero di andare alle Final Four”. A Istanbul, l’ha ripetuto: “Il prossimo anno cercheremo di esserci di nuovo e ci riproveremo”. Forse capiterà un avversario meno forte, forse no, forse il fattore campo apparterrà ad altri. Tante cose possono succedere, ma la continuità ad alto livello, la cultura costruita, è quello che conta.

Il sacrificio di Rodriguez e Datome è un simbolo; la partita sovrumana di Kyle Hines in Gara 4 rappresenta il carattere della squadra; la crescita di Devon Hall, che aveva cominciato da rookie e ha finito la stagione da protagonista, è il tributo ad un lavoro profondo che già era identificabile in Shavon Shields, il top scorer della squadra, fermato tre mesi da un incidente alla mano. L’Olimpia ha perso una serie di playoff in cui non si è mai arresa, in cui ha tentato l’impresa, il miracolo sportivo, in cui ha gettato il cuore oltre le difficoltà. Rispetto alla squadra che ha cominciato la stagione con cinque vittorie di fila, nove delle prime 10, le mancavano circa 70 minuti a partita, quelli di Delaney, Melli e Mitoglou. Ha provato a farcela lo stesso, fermandosi a pochi centimetri dal traguardo.

Il rammarico vero è non aver potuto giocare Gara 5 al Mediolanum Forum e scoprire cosa avrebbe dato il fantastico pubblico che già in altri momenti era entrato in simbiosi con la squadra, vengono in mente le gare con Barcellona, Efes e Real Madrid. Poi quella fantastica Gara 2 in cui squadre e tifosi si sono trascinati a vicenda, più giocatori uscivano dal campo e più la gente moltiplicava il suo sostegno e più il calore arrivava in campo e più la squadra rispondeva. Questo è il vero rimpianto. Ma ci saranno altre occasioni. L’appuntamento con l’EuroLeague è per il prossimo mese di ottobre, quello con i playoff del campionato italiano è distante due settimane.