Olimpia Milano, 6 anni fa lo scudetto atteso da 18 stagioni

Il 27 giugno 2014, dopo 18 anni di digiuno, l’Olimpia vinse gara 7 della finale scudetto contro Siena ribaltando la serie da 2-3 a 4-3 nel giro di tre giorni e conquistando il 26° scudetto della sua storia. Ecco il racconto di quella partita

 

Il giorno di gara 7 della finale scudetto del 2014 cominciò con una notizia proveniente da oltre oceano: Alessandro Gentile era scelto al numero 53 dei draft NBA dagli Houston Rockets. Nemmeno il tempo di metabolizzare e subito ci fu il giallo Gani Lawal: determinante in gara 6 quella in cui Samardo Samuels segnò appena due punti, Lawal si svegliò tardi e arrivò allo shootaround che quasi stava finendo. Chiese scusa e l’incidente si chiuse subito. Era troppo importante restare concentrati. Era una partita che Milano attendeva da 18 anni, 18 anni di attesa concentrati in 100 minuti di emozioni, tensione, drammi e infine gioia. Ma la speranza di poterla chiudere in fretta contro una squadra delusa venne spazzata via in pochi minuti. Il Forum era pieno all’inverosimile, ma la partita non fu facile, non fu facile per nulla.

L’Olimpia aggredì la partita con feroce determinazione: tenne Siena a nove punti segnati nel primo quarto ma a sua volta perse qualche opportunità. Keith Langford fece 0/2 dalla lunetta in chiusura di periodo, qualche tiro aperto venne sbagliato, un contropiede tre contro uno generò una palla persa. Andò avanti 19-9, l’Olimpia, ma senza capitalizzare come avrebbe potuto. All’intervallo il vantaggio era di nove punti e diventarono 12, 41-29 all’inizio della ripresa. Poi la luce si spense.

Othello Hunter completò un gioco da tre punti, Josh Carter trovò la mattonella giusta da cui fare molto male. Il Coach dell’Olimpia, Luca Banchi chiamò un time-out, ma il break di Siena continuò a far male diffondendo panico anche sulle tribune. In un attimo una partita dominata diventò un incubo. Il terzo periodo fu dominato dalla Mens Sana. Andò avanti, poi allungò ancora. La reazione di Milano fu quella classica della squadra preda della tensione, spaventata. Tiri affrettati, gioco individuale per qualche possesso. Alla fine del terzo periodo Siena era avanti di sei. Poi andò avanti di otto, due volte.

Ma quando tutto sembrava indirizzato verso il disastro, la difesa dell’Olimpia alzò il suo livello di intensità ed efficacia neutralizzando l’attacco di Siena. Sul meno otto, proprio Gani Lawal corresse a rimbalzo un errore in entrata di Curtis Jerrells; sul meno cinque il secondo tiro libero di Gentile, sbagliato, fu trasformato in due punti ancora da Lawal. Jerrells con una tripla frontale – passaggio hand-off di Hackett – firmò il pareggio. Quello fu il momento in cui Siena si spense e il Forum comprese che l’Olimpia avrebbe vinto il 26° scudetto. Nicolò Melli in tap-in portò Milano in vantaggio, Daniel Hackett con un gioco da tre punti scavò cinque punti di margine e David Moss dall’angolo mise la tripla del più otto. Fu la fine del digiuno.

L’immagine più bella fu quella del parquet del Mediolanum Forum gremito e gli spalti, tutt’attorno, gremiti anche loro. Alessandro Gentile alzò il trofeo di MVP della finale assieme a Giorgio Armani. Nicolò Melli giocò una gara 7 memorabile, con una doppia doppia e il record carriera di rimbalzi (13). Era il 27 giugno 2014.