Ci sono sconfitte che fanno male e altre che fanno riflettere. Quella di Napoli contro Pistoia fa entrambe le cose, perché perdere in casa contro una squadra in piena smobilitazione, con una rotazione ridotta all’osso e senza tre stranieri, è qualcosa che non può essere accettato.
Non in questo momento della stagione, non per una squadra che si gioca la salvezza e che può contare su giocatori esperti come Pullen, Zubcic, Pangos, De Nicolao e Green.
Superficialità imperdonabile
Si dice che Napoli avesse tutto da perdere. Bene, è riuscita a farlo nel peggior modo possibile: prendendo sottogamba la partita, lasciando che Pistoia restasse aggrappata al match fino al punto di crederci.
A lungo sembrava una gara già segnata, con Napoli avanti di 11 nel secondo quarto e con la sensazione che bastasse poco per chiuderla. Ma quel poco non è mai arrivato. Troppo rilassati, troppo convinti che prima o poi gli avversari si sarebbero arresi da soli. Invece è accaduto l’opposto: Pistoia ha lottato, Napoli no.
L’alibi della pressione
A fine gara Giorgio Valli ha parlato di una squadra “schiacciata dalla pressione”, ma come sarebbe possibile? Chi dovrebbe avere la testa più libera? Napoli, che gioca in casa con il sostegno del proprio pubblico, o Pistoia, che dopo giorni drammatici si presenta con sette uomini a disposizione (il club, intanto, rassicura tutti allontanando le voci di crisi finanziaria)? I giocatori più esperti avrebbero dovuto prendere in mano la partita, invece sono stati quelli che più hanno tradito le attese.
Ora la salvezza è un incubo
Con questo clamoroso autogol, Napoli torna ultima in classifica e si ritrova punto e a capo nella corsa per la salvezza. Sabato a Cremona servirà un cambio di mentalità drastico, perché continuando con questa superficialità, l’epilogo della stagione rischia di essere disastroso.
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