Milano, Melli: “Obiettivo terza stella”

Milano, Melli: “Obiettivo terza stella”

Le parole del capitano dell'Olimpia a Tuttosport: "Abbiamo sofferto tanto sinora, adesso guardiamo avanti"

Parlando a “Tuttosport”, Nicolò Melli ha tracciato un primo bilancio sull’annata sinora dell’EA7 Emporio Armani, piena di imprevisti ed infortuni: “Vedo che di strada ne abbiamo fatta tanta, ma si è raccolto molto poco. Abbiamo sofferto tanto, sportivamente parlando. Mi aspettavo difficoltà, un periodo di adattamento, ma infortuni e difficoltà non aiutano. Ora è il momento di guardare avanti, non indietro”.

Con l’arrivo di Shabazz Napier è svoltata la stagione? “È stata una concomitanza di eventi, Napier un’addizione importante nel momento in cui non avevamo il playmaker di ruolo. Poi abbiamo infilato una serie di vittorie in Eurolega che ci hanno dato un po’ di spinta. Prima gli infortunati non avevano aiutato. Con un paio in meno non avremmo infilato 9 sconfitte di file e con 23 vittorie ce la saremmo giocata. Ma i se e i ma non portano da alcuna parte e comunque ci sono stati cambiamenti in squadra al di là degli infortuni”.

Tutti prospettano una finale tra Milano e Bologna: “Sbagliatissimo, innanzitutto perché sarebbe la terza serie playoff e ci sono ottime squadre in crescita di rendimento. Siamo arrivati primi e avremmo il fattore campo su tre serie potenziali, anche se negli ultimi anni non è servito. Pensare a una serie alla volta è un imperativo, non una frase fatta”.

Dal punto di vista personale, Melli punta alle Olimpiadi di Los Angeles 2028: “Possiamo ufficializzarlo, poi bisogna vedere se ci riesco, se sarò in condizioni di realizzare il sogno. Il motivo è Los Angeles, dove mia madre disputò i suoi Giochi nel 1984: sarebbe una chiusura romantica. La fine perfetta sarebbe battere mamma, argento con gli Usa nel volley. A quel punto mi ritirerei davvero. Ma scherzo eh”.

Quali sono i punti di forza e i punti deboli di questa squadra? “Punto di forza è la profondità, in una serie playoff in cui si gioca spesso, avere tanti giocatori di alto livello aiuta. Possiamo migliorare in tutti gli aspetti, ma forse di più nell’approccio a certe gare, ad alcune scelte, insomma nella lettura dei momenti della partita. Dobbiamo essere più cinici”.

Milano è stata una delle squadre con l’affluenza di pubblico dell’intero panorama cestistico europeo: “Il pubblico è incredibile – dice Melli -. È venuto a sostenerci anche quando eravamo inguardabili. Per quanto, abbiamo sempre lottato ed è questo uno dei motivi principali per cui mi spiace si sia raccolto così poco. Ci abbiamo sempre tenuto tutti, ma non riuscivamo a esprimerci. Un altro motivo per cui mi spiace è legato proprio al pubblico perché Milano offre tante alternative e possibilità di disperdersi da parte degli spettatori anche nello sport. Inter e Milan in semifinale di Champions, il volley ad alto livello”.

Melli è ormai il leader conclamato dell’Olimpia: “Non lo so, io penso a giocare a basket, a essere il miglior giocatore e il miglior compagno di squadra possibile. Non so che percezione ci sia di me fuori, nel basket italiano. A me interessa cosa pensino di me i gruppi in cui gioco. Forse in azzurro sono un po’ più riferimento per l’esperienza”.

Se non si arriverà allo Scudetto, la stagione sarà considerata un fallimento? “A Milano lo scudetto è sempre l’obiettivo, a prescindere. Giusto che sia così. Però non è scontato vincere, lo ripeterò sempre. Ed è una gioia grande. Vincere lo scudetto sarebbe una bella mano per mettere la stagione in un’ottica migliore. Vincere un trofeo. Per quanto riguarda il fallimento non sono d’accordo completamente con Antetokounmpo. Capisco il momento e il motivo per cui l’ha detto. Ma il fallimento nello sport come nella vita esiste. Fa parte di una crescita, e non c’è niente di male”.