Marko Filipovity, ala della Carpegna Prosciutto Pesaro, protagonista sul Corriere dello Sport: «In Ungheria non esiste il suffisso “ic”, così il nostro cognome da Filipovic diventò Filipovity. Ma a me piace di più quando mi chiamano Filipovic».
SULLA SCELTA PESARO
«Mio padre è stato allenato da coach Repesa quando erano entrambi molto giovani e dopo sono rimasti sempre in contatto. Cosi, quando in estate si è presentata questa opportunità, mi sono sentito protetto nel venire a giocare proprio per Jasmin: mio papà mi ha detto che non potevo chiedere di meglio, e il campionato italiano era comunque un passo verso l’alto per me che finora avevo militato solo in quello ungherese».
Commenta
Visualizza commenti