Mario Fioretti, 400 panchine in EuroLeague: Olimpia Milano una seconda pelle

Mario Fioretti, 400 panchine in EuroLeague: Olimpia Milano una seconda pelle

Mario Fioretti, storico assistente di Olimpia Milano, toccherà contro il Barcellona le 400 panchine in EuroLeague

Mario Fioretti, storico assistente di Olimpia Milano, toccherà contro il Barcellona le 400 panchine in EuroLeague. Nella giornata di mercoledì è stato ospite di Radio Sportiva, ecco le sue parole.

SULLA SUA STORIA IN OLIMPIA

«Mi sento ovviamente legato come se fosse una seconda pelle, una seconda famiglia. Sono qua da 21 anni, ti puoi immaginare cosa può essere. Sono tanti sicuramente e ho vissuto come tutte le grandi avventure che si rispettino, momenti buoni e momenti meno buoni».

SUI MOMENTI PIU’ BELLI

«Ce ne sono tanti, mi porto dentro sicuramente la soddisfazione del primo Scudetto, il raggiungimento del Final Four della stagione 2020-2021, tutti gli altri successi che abbiamo avuto tra Scudetti, Coppe Itali,e Supercoppe e poi soprattutto il rapporto con i miei colleghi, con i miei capi allenatori, con i nostri ex ragazzi e quelli attuali. Tante cose belle, onestamente, come uno si può immaginare. Anche tante delusioni, però sicuramente il bilancio è più che positivo».

SULLA SPERANZA PLAY-IN

«Assolutamente, lo stiamo facendo in ogni modo e davvero speriamo che venerdì possa essere una partita per noi importante da vincere e per restare attaccati ai play-in o ai play-off».

SULLA POSSIBILITA’ DI RIUSCIRCI ANCORA

«Assolutamente sì, chiaro che il percorso non è facile però ci crediamo tutti e cerchiamo di prendere una partita alla volta, cerchiamo di giocarla al meglio».

SU COSA E’ MANCATO FINO AD OGGI

«In Europa sicuramente qualche partita persa che potevamo vincere o che avevamo quasi vinto. Onestamente in un campionato come questo, così stretto, così intenso… due vittorie in più e saremmo già lì. Almeno tre o quattro partite che avremmo potuto fare nostre e che per pochissimo non ci siamo riusciti.

«E poi sicuramente hanno avuto qualche problema di chimica, nel senso che abbiamo cambiato la squadra più volte nel corso di questa stagione, gente che arriva e gente che esce dalla rotazione, e questo sicuramente non ci ha dato una stabilità che speriamo di ritrovare in quest’ultima fase».

SUGLI ANNI CON ETTORE MESSINA

«Per un allenatore che è cresciuto nella mia generazione, Ettore è stato il decano, è stato l’allenatore a cui riferirsi e quindi se mi avessero detto trent’anni fa, quando ho iniziato ad allenare, che sarei stato il primo collaboratore di Ettore, gli avrei detto che era un pazzo.

Per noi, per gli allenatori della mia generazione, successiva a quella di Ettore è stato davvero la persona a cui puntare col pensiero: “così non diventerò mai però cerco di essere quasi come lui”, e quindi collaborarci penso sia la realizzazione di un sogno. Poi all’interno di quello uno cerca di essere il più utile possibile, il più funzionale possibile a quelle che sono le esigenze di Ettore».

SULLE 400 PANCHINE

«Onestamente fino a ieri neanche lo sapevo che c’erano queste quattrocento partite, però è sicuramente una soddisfazione».

SUL FATTO SE SI GIOCHI TROPPO

«Quello sicuramente sì, non ho problemi a dirlo. Rispetto a prima hai meno tempo per ributtarti in palestra e lavorare in allenamento. Rose più ampie, lavoro diciamo alla scrivania accentuato, onestamente come si dice “si stava meglio quando si stava peggio”. Da questo punto di vista ci può stare».

SULLA CORSA SCUDETTO

«Ovviamente. Lavoriamo proprio per cercare di ottenere quel risultato e come ogni anno siamo lì a giocarcela e faremo di tutto».

SULLA PRINCIPALE RIVALE

«Sicuramente la Virtus. E’ la squadra più attrezzata, ma quest’anno Brescia sta facendo davvero benissimo senza l’impegno delle Coppe. Venezia, malgrado le Coppe, sta facendo molto bene. C’è Napoli che è un po’ la rivelazione. Ci sono tante squadre sicuramente come roster, come qualità. Bologna è un gradino sopra le altre, come speriamo di esserlo noi alla fine».

SU GIORDANO BORTOLANI

«Ovviamente appena uscito dalle giovanili, abbiamo ritenuto che al tempo la cosa migliore per lui fosse quella di trovare una sistemazione più consona al suo stato in quel momento. Adesso il fatto che sia tornato e riesca pian piano a guadagnarsi dello spazio è una soddisfazione penso per tutti, in particolare ovviamente perché è qua da anni e l’hai visto crescere.

Sicuramente c’è ancora tanto da fare, però lui come altri italiani che abbiamo in rosa sicuramente stanno stanno facendo bene e siamo contenti. Ed è anche un viatico importante per la nazionale».