Mario Draghi e quella passione per il basket giocando a Roma con Bill Bradley come idolo

Il passato cestistico del possibile nuovo Presidente del Consiglio

Una passione per il basket coltivata ai tempi in cui, frequentando a Roma la celebre scuola dei Padri Gesuiti, l’Istituto ‘Massimiliano Massimo’, Mario Draghi, l’uomo che il Presidente della Repubblica Mattarella ha incaricato di formare il nuovo Governo, aveva fatto parte della squadra giovanile di basket del collegio che prese poi la denominazione di “Ex Alunni Massimo’. Tra i componenti di quella squadra che negli anni ’60 avrebbe anche militato nella massima serie, vi erano anche atleti che sarebbero poi stati protagonisti in A nelle maggiori squadre romane, tra cui Giancarlo Asteo poi divenuto coach del Basket Lazio (nella foto Draghi è il secondo da destra in piedi cerchiato in rosso).
Una squadra che a quel tempo rivaleggiava con l’altro illustre collegio romano, il De’ Merode, e il cui Presidente era Claudio Coccia, uno dei padri del basket italiano e che sarebbe poi diventato prima presidente della Fip poi ‘commissioner’ della Lega Basket.

In quei mitici anni 60, l’idolo cestistico di Mario Draghi – in particolare per la sua visione di gioco – era Bill Bradley, il fuoriclasse americano che nel 1966 giocò per una stagione da straniero di coppa per il Simmenthal Milano che condusse alla vittoria nella Coppa dei Campioni prima di avviarsi ad una carriera da stella Nba con la maglia dei mitici Knicks di New York per poi scendere in politica e diventare senatore democratico, sfiorando la nomination per la candidatura a Presidente.

Ormai assorbito dagli impegni nazionali ed internazionali (a quel tempo era divenuto Governatore della Banca d’Italia), Draghi sarebbe stato poi nuovamente coinvolto dalla passione per il basket nel 2009 quando accettò di far parte del Comitato d’Onore del Comitato Promotore del Mondiale 2014 su cui l’Italia aveva avanzato la sua candidatura.

Nello stesso anno Draghi ricevette il premio cestistico ‘La Retina d’oro’, con la seguente motivazione: “per la riconosciuta passione verso la pallacanestro che ne fa un importante ambasciatore di questo sport anche in virtù dei suoi trascorsi agonistici: “Fummo felici quando Draghi accettò la nostra proposta – ricorda Mauro Rufini, organizzatore del premio – effettuammo la consegna a Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia e lo sorprendemmo riunendo alcuni dei suoi compagni di squadra: cosa che gli fece immensamente piacere”. Draghi, da parte sua, manifestò ‘nostalgia per l’entusiasmo con cui ha praticato questo bellissimo sport’

Fonte: LBA.