Marco Crespi: Oggi sono gli “small” a fare la partita. Play? No, handler

Marco Crespi: Oggi sono gli “small” a fare la partita. Play? No, handler

Nel giorno di Olimpia Milano-Baskonia Marco Crespi analizza per il QS la sfida nella sua veste di doppio ex

Nel giorno di Olimpia Milano-Baskonia Marco Crespi analizza per il QS la sfida nella sua veste di doppio ex: «Anche se parliamo di 17 anni in Olimpia e di 3 mesi a Vitoria. Non proprio la stessa cosa…». 

SU NAPIER E IL CONCETTO DI PLAY

«Oggi sono gli “small” a fare la partita. Si tende a giocare con 4 piccoli e un lungo, se non con cinque giocatori oltre la linea di tiro. Parlare di play è anacronistico. Il termine è “handler”. Che è un concetto molto diverso. Per intenderci, anche Antetokounmpo è un handler, non certamente un regista. Devi averne tre o quattro in campo, altrimenti vai in difficoltà».

SUL DOPPIO RUOLO DI ETTORE MESSINA

«In questi casi servono chiarezza e competenze. Non si può vivere alla giornata, sostenere che il doppio ruolo sia equilibrio nelle vittorie, per poi trasformarsi improvvisamente in difetto nelle sconfitte. Messina ha posto quella dimensione come condizione per arrivare a Milano, la proprietà ha voluto affidargli quel ruolo. E lui ha profilo  e cultura per sostenere il tutto, anche a livello manageriale».

SUL BASKET ITALIANO

«E’ tutto tranne che immobile. Ma leviamoci subito da un equivoco. I settori giovanili sono formazione e ricerca. Sino a quando non ci saranno investimenti per permettere alle varie figure di avere stipendi adeguati, di poter davvero considerare quella passione come una professione, non sarà possibile strutturare formazione e ricerca secondo le necessità di oggi».