Il mondo NBA è stato letteralmente sconvolto dall’improvvisa trade tra i Los Angeles Lakers e i Dallas Mavericks, che ha coinvolto due campionissimi come Luka Doncic e Anthony Davis.
Qui i dettagli dell’operazione, che ha coinvolto anche gli Utah Jazz.
A quanto pare a Dallas erano preoccupati per le condizioni fisiche dello sloveno, poco disciplinato nel seguire un programma corretto di alimentazione. Dubbi anche legittimi, ma che non bastano a giustificare una cessione, soprattutto con queste modalità.
Doncic è un talento indiscusso che ha portato i Mavs alle scorse Finals a suon di prestazioni, e non è ancora entrato nel suo prime. Ci sono franchigie che sacrificano anni di risultati per avere la chance di scegliere al Draft un tipo di giocatore del genere.
Capita molto raramente che un ‘Franchise Player’ di 25 anni finisca sul mercato, e quando succede di solito c‘è la fila di pretendenti pronte a svuotare l’armadietto degli asset. Un processo che normalmente richiede molto tempo e che coinvolge mezza NBA.
Non discutiamo quindi la decisione di cedere il fenomeno sloveno, ma l’apparente fretta con cui è stata chiusa la trade. Con ogni probabilità nel tempo verranno fuori altri dettagli che spiegheranno il ‘thought process’ del team texano, ma ad oggi è lecito storcere il naso.
Per i Lakers l’acquisizione di Doncic era semplicemente un’opportunità impossibile da rifiutare, una star ancora giovane ma già con tutte le carte in regola per diventare il volto della franchigia per gli anni a venire. In campo, in attesa di altre novità tra ultimi giorni di mercato e buyout, sarà interessante vedere la convivenza con LeBron James. Sì, perchè nonostante l’età il Prescelto è ancora in grado di fare la differenza quando ne ha voglia…
I gialloviola inoltre sono riusciti a non esaurire completamente le loro riserve di scelte future, un colpo notevole se si pensa alle recenti cessioni di giocatori di livello inferiore a Luka come Mikal Bridges o Rudy Gobert.
Apparentemente un successo su tutta la linea, celebrato da diversi reporter.
Un passaggio dall’articolo di Bill Plaschke del Los Angeles Times:
“Compiendo la mossa più audace nella storia della franchigia, i Lakers hanno riscoperto la loro voglia di lottare, il loro futuro e il cuore dei loro tifosi.
Rob Pelinka, in questo momento potrei baciarti…
Una squadra intasata dalla mediocrità ha appena ritrovato la speranza. Una squadra che era stata messa sotto scacco da una superstar e dal suo agente ha appena ritrovato il controllo della propria identità”.
Dallas ha scommesso buona parte delle sue fiches sui prossimi due/tre anni del duo Irving-Davis, due atleti con pochi eguali nei rispettivi ruoli. AD potrà finalmente giocare insieme ad un centro per la maggior parte dei suoi minuti, mentre Irving avrà più responsabilità anche come creatore di gioco.
Il resto del roster è pieno di giocatori funzionali al progetto, che rendono i Mavs competitivi nel breve periodo. Il problema è che lo erano già prima dell’infortunio di Doncic…
Stando alle diverse ricostruzioni dei principali insider, l’affare è stato preteso ed imbastito da Nico Harrison – molto vicino a Davis quando lavorava per Nike, e Pelinka era l’agente di AD…-, il GM di Dallas che oggi dovrebbe commentare la sua decisione con la stampa.
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