Intervistato nel Media Day pre LBA Finals UnipolSai 2024, coach Luca Banchi ha parlato in vista della sfida della sua Virtus Segafredo Bologna contro l’EA7 Emporio Armani Milano: “Chi toglierei dell’Olimpia? No, li voglio tutti, li voglio in forma, li voglio al pieno delle loro possibilità. Temo di più di Milano la profondità di organico, l’organizzazione di gioco su entrambe le due metà campo, una guida tecnica di altissimo profilo.
La Virtus ha superato alcune difficoltà incontrate nelle serie passate contro Tortona e Venezia: “Abbiamo dimostrato anche durante la serie di sapere fare tesoro, di quanto accaduto. La nostra Gara 4 di Venezia parla di un livello di concentrazione, di continuità diverso. Shengelia? Penso che ancora si porti dietro gli strascichi di una condizione approssimativa, frutto di tanti piccoli acciacchi, purtroppo occorsi durante questa stagione e spesso arrivati proprio nel momento di suo massimo rendimento. Credo che avesse già mostrato un’ottima versione di sé nella gara decisiva contro Tortona in casa, Gara 5. E poi è stato assoluto il protagonista anche nell’ultimo successo di Venezia”.
Chi si potrà mettere in mostra da entrambe le parti? “Io penso che entrambe le squadre abbiano in organico giocatori che si possano rivelare protagonisti. Poi è un momento talmente particolare della stagione dove bisogna saper cavalcare l’attimo, il momento”.
Un plauso anche alle qualità da leader di capitan Marco Belinelli: “Io riconosco nei suoi comportamenti spesso la capacità, il carisma, per rappresentare un riferimento per gli altri. Quindi io penso che la sua sia veramente una leadership carismatica. Se penso al futuro o a quegli allenatori che hanno adesso il compito di lavorare con i giovani, queste sono qualità difficili da insegnare, da trasmettere, ma che, come allenatori, abbiamo il compito e il dovere di alimentare. Nel ruolo di un istruttore o di un allenatore c’è quello di valorizzare le risorse che hai a disposizione, dove riconosci delle qualità non solo tecniche, ma anche caratteriali, emotive e devi avere l’umiltà, di avere la forza di metterti a servizio di queste eccellenze. Marco è un’eccellenza, e come tale si fa riconoscere in campo, fuori dal campo e non lo fa necessariamente mettendosi in evidenza o andando sopra gli altri. Ha la forza, il carisma e la credibilità per poter approcciare un grande campione più rititolato, come Bryant Dunston o Toko Shengelia, oppure un giovane della squadra allo stesso modo. Tanto queste qualità le riconosci in questi atteggiamenti e talvolta sono anche nascosti, un po’ silenziosi. Lo segue questa aurea, che ha una continuità che lo segue anche fuori dal campo”.
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