Il contratto di Gianmarco Pozzecco alla guida di Italbasket scadrà, di fatto, alla fine di Eurobasket 2025. Sarà quello il momento per decidere il futuro della panchina azzurra, e aprire un nuovo ciclo. La sensazione, da tempo, è che quello del Poz sia terminato.
Una gestione che ha lasciato il segno, passando per un Eurobasket 2022 esaltante e sfortunato, per una FIBA World Cup in linea con le attese, e per un Preolimpico a San Juan come unico reale neo, al netto delle assenze.
Il ct ha riportato la pallacanestro italiana in prima pagina, ha monopolizzato l’attenzione, ha dato spinta ad un gruppo che ha proseguito sulla traccia lasciata da Meo Sacchetti tra Belgrado e Tokyo. Soprattutto, è stato un ct vero, un allenatore, una guida.
Ma, come detto, tutto pare avere una fine. Per quanto Gianni Petrucci abbia sempre difeso l’operato del Poz, e il Poz abbia sempre esaltato la direzione del presidente federale. Se addio sarà, come pare, chi sarà il sostituto? Ecco i profili oggi caldi.
Luca Banchi
Il primo agosto il coach grossetano farà 60 anni. Ed è ormai, a tutti gli effetti, un veterano. In bacheca ha due scudetti da capo allenatore, quello poi revocato con Siena nel 2013 e quello con Milano del 2014.
Ha vinto anche una Supercoppa con la Virtus, disputando la finale 2024, e una Intercontinentale con l’AEK. E’ tecnico che conosce il basket in ogni sua piega, avendo allenato in Germania, Grecia, Francia, Russia, G League e attualmente in Turchia, con l’Efes.
E con le nazionali… ha lavorato in FIP agli inizi del millennio, e con la Lettonia è stato eletto Best Coach del Mondiale 2023. Quella Nazionale che a breve lascerà. Nessuno ha un CV simile, ecco perchè per molti è il reale favorito. Neo? La possibilità che possa non garantire il full-time.
Aleksandar Djordjevic
Ad agosto, lui, di anni ne avrà 58. E’ serbo di Belgrado, ma l’Italia è nel suo cuore, vivendo larghi tratti dell’anno a Milano, la città in cui arrivò nel 1992. E ha giocato anche con Fortitudo e Pesaro, prima di chiudere nel 2005 proprio in Olimpia.
Ha vinto ovunque ha allenato, una Coppa di Grecia con il Panathinaikos, una di Germania con il Bayern, uno Scudetto con la Virtus e un titolo turco con il Fenerbahce.
Ha toccato tutti i top club di Europa, e ha vinto anche una BCL con i bianconeri. Poi c’è il CV con le Nazionali, ovvero i due argenti, mondiale e olimpico, con la nazionale del suo paese a metà del decennio scorso.
E’ il pallino di Gianni Petrucci, potrebbe garantire il full time e lui il movimento italiano lo conosce bene, lo sente suo, e non ha mai nascosto propositi di sviluppo. A giugno ha chiuso con la Cina.
Giuseppe Poeta
Un profilo totalmente differente, anche perchè Peppe Poeta a settembre di anni ne avrà 40. Ha lasciato il basket giocato nel 2022, da allora ha collaborato come assistente in Olimpia Milano e in Italbasket.
Conosce meglio dei colleghi i corridoi federali e le dinamiche del gruppo azzurro. Non è un comunicatore come Pozzecco ma sa bucare lo schermo, arrivare al pubblico con il suo sorriso e la sua semplicità.
Ed è un tecnico emergente, come sta dimostrando con i risultati alla guida della Pallacanestro Brescia, con cui è stato campione d’inverno. Titolo molto simbolico, ma comunque arrivato all’esordio. Per il full-time, difficile lasci Brescia.
Possibili outsider
Spendiamo, ad oggi, due nomi. Molto affascinanti. Partiamo da Edoardo Casalone. Un tecnico preparato, che lavora da anni in Federazione, che conosce il gruppo, e che merita maggiori responsabilità.
Dopo Sassari sempre al fianco del Poz, ma anche oltre, come dimostra l’attuale assistenza all’ASVEL. Non ha grandi esperienze da capo allenatore, ma il suo momento deve arrivare. E’ persona preparata, semplice ma ambiziosa. Di carattere. E un tattico vero del gioco.
Quindi Paolo Galbiati. Come Meo Sacchetti, potrebbe arrivare in azzurro sull’onda del trionfo, inatteso, in Coppa Italia. E’ un classe 1984, che lavora da tempo in Nazionale, da assistente quindi alla guida dell’Under 20. Conosce la materia insomma.
Sa sviluppare giovani, lo dice il suo CV, ha passione, personalità, e risultati. In questo momento, anche a livello mediatico, avrebbe una grande spinta anche da parte dei tifosi. Non solo in Nazionale, anche in qualche grande club.
Resta il nome jolly. Un allenatore italiano, capace, esperto, che sa come sviluppare un lavoro federale con le nazionali giovanili, con nel CV un oro mondiale, quattro ori europei, e due medaglie olimpiche. Chi? Sergio Scariolo. Che teniamo come jolly visto il legame con la Spagna.
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