Le parole del presidente di Treviglio, Stefano Mascio, che hanno fatto infuriare Trapani

Le parole del presidente di Treviglio, Stefano Mascio, che hanno fatto infuriare Trapani

Stefano Mascio sul “caso Marini”. Le parole del presidente della Blu Basket Treviglio che hanno portato al comunicato di Trapani Shark

Stefano Mascio sul “caso Marini”. Queste le parole del presidente della Blu Basket Treviglio che hanno portato al comunicato di Trapani Shark: “Il caso di Marini ha generato notevole confusione, principalmente a causa delle azioni del suo procuratore, che ha negoziato e chiuso un accordo senza informarci preventivamente. Ho scoperto l’accordo solo il giorno successivo, grazie a un altro agente. Abbiamo convocato il procuratore di Marini per chiarimenti, ma si è presentato un suo collega al posto suo. Era stata già stabilita l’incedibilità di Marini, avevamo discusso i piani futuri con lui, evidenziando l’intenzione di costruire attorno alla sua figura. Questa situazione ha rappresentato un danno significativo per noi. Ritengo che basare le decisioni esclusivamente sull’aspetto economico, trascurando l’etica, sia inaccettabile, soprattutto nello sport dove gli impegni presi dovrebbero essere rispettati”.

Continua Mascio: “Dopo queste vicende, il procuratore ha permesso a Marini di chiamarmi, quasi come se fossimo amici, nonostante la situazione fosse tutt’altro che amichevole. Gestire Marini non è stato semplice, data la sua personalità complessa e il suo grande talento. Questo ha reso ancora più arduo mantenere l’equilibrio nello spogliatoio. Abbiamo dovuto accettare un buyout ben al di fuori delle valutazioni di mercato, un tentativo disperato da parte mia di risolvere la situazione nel miglior modo possibile. È successo quello che è successo, quando molti contratti erano stati fatti in base a una squadra in cui c’era Marini”.

Prosegue il presidente della Blu Basket: “Non è come pensa il Presidente Antonini, che io ho bevuto un bicchiere di troppo. Sono stato fin troppo lucido, fin troppo calmo e fin troppo paziente. Poi è stata data, dopo una scrittura privata, la firma. Non sapevamo nemmeno se l’operazione si sarebbe chiusa veramente. (…) Ci sono delle regole tra società, esiste un fair play, è la prima cosa che mi hanno insegnato quando sono arrivato qui. E non mi è sembrato corretto venire a sapere tutto questo in questa maniera. In conclusione, come mi è stato insegnato, fino a quando non si riceve il pagamento e tutto è formalmente concluso, è meglio mantenere riservatezza, poiché le circostanze possono cambiare improvvisamente”.