La scheda – Con Allerik Freeman l’Umana Reyer Venezia ha il suo “american sniper”

La scheda – Con Allerik Freeman l’Umana Reyer Venezia ha il suo “american sniper”

La guardia si appresta a disputare la prima stagione in Italia

Di Filippo Stasi

Siamo ai primi di agosto, ma l’Umana Reyer Venezia è tra le squadre della Lega Basket Serie A ad aver già completato la propria campagna estiva di mercato. La dirigenza ha infatti operato con estrema celerità al fine di consentire allo staff di coach Walter De Raffaele di poter lavorare sin dal primo giorno del ritiro estivo con l’intero gruppo a disposizione. Un dettaglio che potrebbe risultare decisivo, considerando che la Reyer ha cambiato pelle in maniera radicale e deve dunque costruire da zero una chimica di squadra che la possa rendere di nuovo competitiva su ogni fronte.

Sono solamente quattro, infatti, i giocatori rimasti in quel di Venezia: capitan Michael Bramos, Andrea De Nicolao, Jeff Brooks e Mitchell Watt. Hanno salutato invece in otto: oltre a Martynas Echodas e i due Jordan, Theodore e Morgan, che hanno soggiornato nel capoluogo veneto per una sola stagione, hanno salutato ben cinque pilastri che nell’ultimo lustro hanno contribuito a far tornare grande e vincente la società orogranata. Dolorosi sono stati gli addii a Julyan Stone, Austin Daye, Bruno Cerella, Valerio Mazzola e Stefano Tonut, protagonisti di partite e stagioni memorabili al Taliercio di Mestre.

Coach De Raffaele, a seguito dell’eliminazione ai quarti di finale playoff della scorsa stagione, aveva fatto presagire che in casa Reyer potesse essere giunto il momento di un nuovo corso: “Direi che si chiude un ciclo. Questo gruppo mi ha fatto vivere i sei anni migliori della carriera, che verranno ricordate a lungo, dato che abbiamo vinto tantissimo” – commentò il coach livornese oltre due mesi fa. Parole poi confermate dai fatti, perché Venezia ha accolto nove nuovi atleti pronti a vestire orogranata: Riccardo Moraschini, Matteo Chillo, Amedeo Tessitori, Derek Willis, Jayson Granger, Jordan Parks, Marco Spissu, Yankuba Sima e Allerik Freeman. Quest’ultimo, sarà l’American Sniper dell’Umana Reyer 2022/23.

Guardia americana nata il 30 ottobre del 1994 a Norfolk, in Virginia, Freeman è cresciuto a Charlotte, per poi trasferirsi in Texas nel 2013 per frequentare la Baylor University. Con i Bears raggiunge le Sweet 16 del campionato NCAA nel 2017, chiudendo il tradizionale quadriennio collegiale (poi prolungato la stagione seguente a North Carolina State) con buonissime cifre, ma senza riuscire a ottenere una chiamata al Draft NBA.

 

Dopo la Summer League disputata con la maglia dei Sacramento Kings nel 2018, Freeman decide così di attraversare l’Atlantico e di dare il là alla sua carriera oltreoceano. La prima tappa è all’Alba Fehervar, in Ungheria, per poi spostarsi in Turchia la stagione seguente. Con la maglia del Frutti Extra Bursaspor, la guardia registra 18.5 punti, 4.6 rimbalzi e 4.1 assist a gara, numeri che gli valgono la chiamata in Eurolega dell’Asvel Villeurbanne dopo una breve parentesi a Shenzhen, in Cina. Nella massima competizione europea Freeman si fa valere segnando 7.4 punti ad allacciata di scarpe, mentre in campionato ne segna 13.3 di media. Lo statunitense non si fa mancare un’altra esperienza cinese, stavolta a Qingdao, prima di fare ritorno al Bursaspor nella stagione che vedrà i turchi protagonisti in Eurocup, dove si fermeranno solamente in finale dinnanzi alla Virtus Segafredo Bologna. Tuttavia, Freeman non concluderà il suo 2021/22 sul Bosforo, ma al CSKA Mosca. In VTB League segna 6.3 punti col 47.2% da tre e il 95% ai liberi nelle quattordici partite giocate. Migliori le statistiche fatte registrare nella prima metà di stagione a Bursa: 19.6 punti, 2.4 rimbalzi e 1.6 assist in nove partite di Eurocup e 20.5 punti, 3.1 rimbalzi e 3.5 assist in quindici partite di campionato. Il tutto, sfiorando il 50% al tiro da 3 punti, la specialità della casa.

Nel nuovo roster dell’Umana Reyer Venezia, Freeman per caratteristiche sostituirà l’MVP della LBA 2020/21 Stefano Tonut, passato all’EA7 Emporio Armani Milano. De Raffaele con ogni probabilità chiederà alla guardia statunitense di essere il leader offensivo dei suoi, finalizzando non solo ciò che la squadra costruisce per lui, ma prendendosi responsabilità anche ‘a gioco rotto’ sfruttando le sue abilità in isolamento. Freeman ha infatti ottime capacità balistiche sia per concludere da spot-up sugli scarichi, sia in pull-up dal palleggio da qualsiasi distanza.

Il tiro da fuori è senz’altro l’arma prediletta dall’ex Asvel, che non è dotato di un atletismo degno di enfasi, ma dispone comunque di un buon passo per battere l’avversario in uno contro uno dal palleggio, per poi concludere dall’area con efficacia. Il fisico compatto – 190 cm per circa 91 kg – e una potente parte superiore del corpo gli permettono di ammortizzare eventuali contatti ruvidi nel pitturato, senza perdere l’equilibrio necessario per trovare la via del canestro, sfruttando sapientemente gli angoli migliori per appoggiare al tabellone.

All’occorrenza Freeman potrebbe anche essere impiegato da playmaker, nascendo come comboguard. Tuttavia, con Spissu, Granger e De Nicolao la regia della Reyer è già in mani salde ed esperte. Oltretutto, Riccardo Moraschini è stato adattato nel ruolo di play sia a Brindisi sia a Milano, dando garanzie ai suoi allenatori. Pertanto, De Raffaele potrebbe pensare al 31enne di Cento come all’erede naturale di Stone: una guardia-ala estremamente versatile capace di garantire regia aggiunta alla squadra, in uscita dalla panchina.

Tornando a Freeman, la richiesta principale sarà invece quella di mettere più punti possibili a referto. Il tutto, inserendosi nel nuovo sistema di gioco e non in maniera anarchica. Se coach De Raffaele riuscirà a rendere il suo nuovo esterno uno scorer, uno sharpshooter disciplinato e non un tiratore a salve, Freeman potrebbe confermarsi anche nel campionato italiano come un giocatore da almeno 15 punti di media a gara nelle corde. Punti che alla Reyer farebbero comodo, dato che la scorsa stagione si è sentita più volte la mancanza di un realizzatore puro, capace di trascinare la squadra nei momenti di affanno in attacco.

Allerik Freeman è sbarcato a Venezia proprio per questo. Fare canestro. Catch & Shoot, ricevere e tirare. Imbracciare il fucile, mirare e premere quel dannato grilletto, senza esitare. Tutto, in una frazione di secondo. Il polso si spezza, il pallone sibila nell’aria e infine scuote la retina. Freeman ha fatto fuoco, il Taliercio s’infiamma.

È ufficiale: c’è un nuovo cecchino in laguna.

Fonte: Lega Basket.