La continua evoluzione di LeBron James

Dopo 17 anni e oltre 1500 partite tra regular season e playoffs sarebbe legittimo qualche segnale di declino, ma non per il ‘Prescelto’

“Non ho mai posto un limite alla mia capacità di continuare a migliorare. Per questo non ero felice della offseason più corta del solito, non ho avuto l’opportunità di analizzare una parte del mio gioco in cui volevo migliorare. Quindi ho utilizzato con saggezza il poco tempo a disposizione, pensando a corpo e mente. “E mi sento un giocatore migliore rispetto all’anno scorso. Mi sento come se potessi battere la difesa in qualsiasi aspetto una volta superata la metà campo”.

Parole e musica di LeBron James, l’asso dei Los Angeles Lakers che a 36 anni compiuti non ha nessuna intenzione di fermare la scalata fino all’Olimpo della pallacanestro.

Dopo 17 anni e oltre 1500 partite tra regular season e playoffs sarebbe legittimo qualche segnale di declino, ma non per il ‘Prescelto’.

LeBron al limite modella il suo gioco in base alle esigenze di squadra, ma non perde colpi, mai…

Nella scorsa stagione ha accolto come meglio non poteva Anthony Davis, lasciandogli parte del peso offensivo dei gialloviola sulle spalle. Con meno compiti da scorer, LeBron ha potuto dedicarsi ad uno degli aspetti storicamente più spettacolari del suo skillset, ovvero la capacità di mettere in ritmo i compagni.

Fin dal suo arrivo, coach Vogel ha dichiarato che sarebbe stato LeBron il playmaker dei gialloviola. Il risultato? 10.2 assist di media, record carriera e miglior dato della lega. Si, a 35 anni ha vinto la classifica degli assist…

Ma torniamo ad oggi, dopo le ultime due triple-doppie consecutive James è a quota 99 in carriera, quinto nella storia della lega e vicino a superare le 107 di Jason Kidd, numeri importanti per gli amanti delle scommesse sportive.

Le sue medie dopo 39 partite rimangono da PlayStation: 25.5 punti, 8.1 rimbalzi e 8 assist, con un ottimo 51% nel tiro dal campo, il 36% dalla lunga distanza ed un rivedibile 69% dalla lunetta, statistiche messe in evidenza sull blog di Betway.
Negli ultimi anni LeBron ha leggermente diminuito le incursioni nel pitturato, ma quando decide di buttarsi dentro è sempre inarrestabile. Tra i primi 10 per canestri a partita nella restricted area (una costante della sua carriera, con diverse stagioni tra i primissimi), solo Giannis Antetokounmpo e Christian Wood fanno meglio del suo 75.5% in questo tipo di conclusione.

Il suo arsenale offensivo invece aumenta, specialmente nelle conclusioni dalla media e lunga distanza. Nel tempo è diventato pericoloso nel punire le difese che decidono di dargli spazio per limitare la penetrazione, ormai circa il 20% dei suoi tiri totali sono triple dal palleggio (probabilmente il tiro che più di ogni altro sta cambiando la storia recente del gioco), che realizza con un ottimo 37%.

Inoltre ci piace indicare il suo tiro buttandosi all’indietro, letteralmente immarcabile, perché ricorda quello di un altro grandissimo della palla a spicchi, Michael Jordan.

Sempre sulla scia di MJ, di recente LeBron ha espresso nuovamente il desiderio di diventare proprietario di una franchigia NBA.
“Ho ancora così tanto da dare al gioco. So cosa serve per vincere a questo livello, e riconosco il talento. Poi so anche come gestire un business, quindi questo è il mio obiettivo”.

Come noto le regole impediscono ad un giocatore di diventare owner, quindi il Prescelto dovrà aspettare. Anche perchè nel frattempo sta crescendo Bronny, e i due vorrebbero scendere in campo insieme…