Kyrie Irving: Il nostro è un lavoro 24/7. La narrazione sul ‘load management’ deve cambiare

Kyrie Irving: Il nostro è un lavoro 24/7. La narrazione sul ‘load management’ deve cambiare

Irving: La narrazione sul load management ha disumanizzato alcuni di noi nei modi in cui ci prepariamo giorno dopo giorno. Questo è un lavoro 24/7

A Kyrie Irving è stato chiesto il parere sul fatto che i giocatori NBA giochino sempre meno partite per prevenire gli infortuni.

“Non so chi abbia creato il termine ‘load management’ o abbia iniziato a parlare dei giocatori che rimangono seduti durante le partite o continui a parlare delle stelle che alcune volte non sono disponibili in certe partite” ha detto Irving. “Non so chi ha iniziato a parlarne ma è completamente fuori strada” ha continuato Irving.

“Ha disumanizzato alcuni di noi nei modi in cui ci prepariamo giorno dopo giorno. Questo è un lavoro 24/7. Abbiamo videocamere su di noi sempre. È uno sport combattivo di alto livello. È molto aggressivo come sport” ha aggiunto l’ex Nets.

“Nessuno sa come guarisce il corpo di qualcun altro. L’unica persona che lo sa è la persona infortunata. Facciamo del nostro meglio per dirvi quello che sta succedendo ma oramai online ci sono tanti dottori che dicono che ogni volta in due settimane si può rientrare dagli infortuni. Dicono che alcuni giocatori non sono veramente infortunati. Che non vogliono giocare”.

“Quindi credo che questa narrativa sia davvero ‘impazzita’. Ma noi giocatori siamo orgogliosi di prepararci ad un livello sempre molto alto, di giocare non solo per le nostre famiglie ma anche per i tifosi. Senza i tifosi non saremmo nessuno”.

“Penso che la narrazione sul ‘load management’ debba cambiare. Ottantadue partite sono tante. Non dico che non possiamo farle. Siamo nel 2023. Abbiamo tutta la tecnologia necessaria. Dobbiamo usarla in maniera saggia e dobbiamo essere molto comunicativi su quale è il piano individuale di ogni giocatore.

“Ogni corpo è diverso. Quindi qualcuno potrebbe guarire in due settimane ma qualcun altro potrebbe impiegare un mese e mezzo per guarire. Siamo tutti diversi”.