Jason Rowe: Per me Sassari resta al numero 1

Su Dinamo Tv l’intervista in esclusiva a Jason Rowe

 

Due anni a Sassari, la firma sul primo storico traguardo degli ultimi dieci anni del club: la promozione nella massima serie. Non è cambiato di una virgola l’amore speciale tra Sassari e Jason Rowe anche oggi che l’ex numero 10 ha appeso le scarpe al chiodo e ha iniziato ad allenare. Lui, il folletto di Buffalo, è molto attivo sui social nei gruppi fan e segue con attenzione le pubblicazioni dei canali ufficiali biancoblu: da poco ha anche rassicurato un tifoso che chiedeva notizie di Marcellus Kemp.

Classe 1978, Jason arrivò a Sassari nella stagione 2008-09 quando per la prima volta il club guidato da Demis Cavina in panchina sfiorò la promozione nella massima serie. Quell’impresa quasi compiuta e svanita per mano di Soresina, con il fantasma della palla rubata da Troy Bell nell’ultima sfida in casa, è diventato un monito per il playmaker americano che l’anno successivo era rimasto sull’isola con la promessa di completare l’opera. Promessa mantenuta: Jason, che quell’anno ha vinto anche la gara delle schiacciate nella Final Four di Legadue organizzata al PalaSerradimigni, ha trascinato la Sardegna nella principale ribalta del basket italiano.

“Era una grande competizione, ogni partita era una battaglia _ricorda Jason_ ricordo perfettamente il buzzer beater di Marcellus Kemp con Casale in Gara 5, loro avevano Jarrius Jackson che era un grande giocatore. E poi ricordo le finali, è stata una grande sfida: Veroli era la numero uno nel ranking dei playoff ma con i ragazzi abbiamo fatto un grande lavoro individuale per preparare ogni partita e alla fine abbiamo vinto il campionato”.

Dinamo Tv ha trasmesso da poco le finali promozioni con Veroli: “Ho riguardato nei giorni scorsi le partite _racconta col sorriso_ e mi sono emozionato proprio come quando le ho giocate. In Gara 2 Marcellus Kemp giocò alla grande trascinando la squadra, credo che la chiave sia stata mantenere la calma. Il nostro obiettivo era vincere almeno una delle due fuori casa, sapevamo che se avessimo vinto una partita questi ragazzi sarebbero dovuti venire a Sassari a vincere una partita in casa nostra, cosa molto difficile visto che avevamo il miglior pubblico della Legadue”.

Le finals sono storia, soprattutto Gara4 del 13 giugno 2010: “Ricordo che partimmo molto forti, loro ci recuperarono nel secondo tempo: ma avevamo una grande squadra, un ottimo staff, tutti insieme remavamo nella stessa direzione e credo che questo ci abbia aiutato a vincere. Ogni volta che hai una grande squadra puoi ottenere grandi successi”.

Di Dinamo Jason parla spesso con un altro ex illustre: “Parlo spesso, quasi ogni giorno, con Marques Green e abbiamo una discussione aperta su chi siano i migliori tifosi per cui abbiamo mai giocato: per me Sassari è in cima alla classifica. Ho avuto la fortuna di giocare per ottime squadre ma per me la Dinamo resta al numero 1. Mi hanno amato e supportato dal primo giorno che ho messo piede sull’isola, aiutandomi in tutto ciò di cui avessi bisogno. Volevano essere sicuri che fossi a mio agio, ho veramente apprezzato l’opportunità di giocare li”.

Adesso Jason è diventato coach Rowe e prova a trasmettere ai suoi ragazzi l’esperienza maturata in giro per l’Europa: “Lo stile è completamente diverso in America, ai miei ragazzi dico spesso che devono usare di più il loro IQ, la testa, non solo il fisico e l’atletismo. Bisogna usare il cervello: legare con i compagni, certe regole sono leggermente diverse e quando sei li devi mettere impegno e attenzione per avere successo e costruire una carriera”.

Una cosa è certa, l’amore e la passione di Jason sono speciali e autentici: “Da quando sono andato via non ho mai smesso di seguirvi ragazzi _dice Jason_ il mio cuore è sempre con Sassari. Seguo tutto quello che succede, la squadra, i record, i coach, tutto. Vi seguo con grande passione”. Mentre lo dice sorrise il folletto di Buffalo, quello stesso sorriso che ha nelle riprese della promozione quando, guardando in camera e stringendo al petto il pallone della sfida che ha consegnato la massima serie a un’isola intera, dice : “Number one, baby. Number one”.

Guarda l’intervista su Dinamo Tv: