Italia 3×3: rimandato il sogno olimpico, ricordando il Mondiale di Manila

Le azzurre avranno un’altra chance di qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo dal 4 al 6 giugno in Ungheria, a Debrecen

Quell’alloro vinto a Manila riesce ancora a scaldare il cuore dei tifosi italiani. In effetti, per compiere quell’impresa, le azzurre Ciavarella, Filippi, Rulli e D’Alie, andarono contro ogni pronostico, anche di chi è abituato a investire e vincere soldi veri giocando gratis sui portali online, compiendo un’impresa che resterà chiaramente nella storia della pallacanestro italiana.

Ora le Olimpiadi di Tokyo sono più lontane

Il Preolimpico di Graz, in Austria, non sembra poter essere foriero delle medesime soddisfazioni per le nostre portacolori. Infatti, il percorso si sta facendo via via più complesso, a maggior ragione dopo la sconfitta che è stata patita proprio contro le padrone di casa.

Un match in equilibrio, ma in cui le austriache sono state certamente più brave nel trovare il colpo di reni decisivo per l’allungo nel finale, 17-21 il punteggio conclusivo. I finali di gara non sembrano particolarmente favorevoli agli azzurri in questo torneo, dal momento che già contro la Spagna avevano dovuto cedere proprio nel corso degli ultimi secondi.

Di conseguenza, ora diventa molto importante evitare di commettere errori contro la Svizzera, magari cercando di portare il match su binari più consoni già prima degli ultimi minuti, mettendo fine a una tendenza che si sta ripetendo un po’ troppo di frequente. Le austriache hanno trovato delle ottime percentuali al tiro, cosa che invece non si è verificata in riferimento alle proprie soluzioni balistiche. Consolini e D’Alie, in ogni caso, provano stoicamente a resistere all’allungo austriaco, ma dopo essere tornati fino a -1, è la tripla di Neumann a chiudere baracca e burattini.

La sconfitta nella partita successiva contro la Svizzera, con un punteggio ancora più netto, dato che le elvetiche si sono imposte 21-11, non fanno altro che sottolineare come, a livello psicologico, le due sconfitte patite proprio nel finale potrebbero avere fatto inconsciamente la differenza, in negativo, per le azzurre.

Rae D’Alie e compagne, infatti, alle prime difficoltà si sono sciolte come neve al sole, facendosi sorprendere dalla Svizzera, che ha viaggiato sempre su ritmi alti e su un vantaggio irrecuperabile, nonostante l’Italia abbia provato a riorganizzare le idee e a rimontare in più di un’occasione. Ora le azzurre avranno un’altra chance di qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo dal 4 al 6 giugno in Ungheria, a Debrecen, nel torneo che vedrà protagoniste, oltre all’Italia, anche Iran, Cina, Giappone, Ungheria, Paesi Bassi, Taipei e Iran. Solamente una squadra, però, potrà raggiungere il tanto agognato pass per i Giochi Olimpici che si terranno nella capitale nipponica.

L’impresa nelle Filippine è impossibile da dimenticare

Il basket 3×3 aveva fatto parlare di sé soprattutto il 12 giugno 2018, data in cui le tre azzurre riuscirono a portare a casa un titolo mondiale abbastanza insperato alla vigilia, avendo la meglio nella finale contro le campioni uscenti della Russia.

Il percorso dell’Italia, in quell’occasione, fu davvero incredibile, dal momento che il quartetto composto da Rulli, Ciavarella, Filippi e D’Alie, guidato da coach Angela Adamoli, si era già messa in grande evidenza nel corso della fase a gironi, con tre vittorie e una sola partita persa, di misura peraltro con la Repubblica Ceca.

La grande sorpresa è coincisa con i quarti di finale, quando le azzurre hanno estromesso dal torneo nientemeno che gli Stati Uniti, la sola Nazionale che, fino a quel momento, era stata in grado di tenere a bada la Russia. E, a quel punto, è scattato il classico meccanismo per cui un’impresa tira l’altra. In semifinale, anche la Cina si è dovuta letteralmente inchinare di fronte all’Italia. La numero uno dell’allora ranking mondiale, infatti, è stata sconfitta 15-13 dopo un tempo supplementare. Infine, per coronare il sogno di una vita, ecco la vittoria anche in finale, superando uno scoglio ancora più duro come la Russia.