“Il sistema NBA è difettoso”: le ‘piccole’ preoccupate per le firme al minimo delle big dopo buyout

“Il sistema NBA è difettoso”: le ‘piccole’ preoccupate per le firme al minimo delle big dopo buyout

"I giocatori che tramite buyout vanno sul mercato da free agent poi firmano sempre in squadre che lottano per il titolo."

Il sistema di buyout che ultimamente sta andando molto in voga in NBA preoccupa, e non poco, i dirigenti delle squadre definite “small markets”.

“È un problema” ha detto Sports Illustrated un dirigente di una “piccola”. “I giocatori che tramite buyout vanno sul mercato da free agent poi firmano sempre in squadre che lottano per il titolo. E, la storia dice, che alla fine firmano per le big NBA. Che hanno così l’opportunità di aggiungere nel roster giocatori al minimo salariale che altrimenti non sarebbero in grado di firmare”.

“Il sistema è difettoso” ha detto un altro GM sempre di una piccola. “Non dovresti essere in grado di firmare un giocatore del genere senza dare nulla in cambio”.

I Nets hanno firmato sia Aldridge che Griffin. Entrambi non sono sicuramente al top delle rispettive carriere ma Aldridge quest’anno guadagnava $24 milioni di dollari (meno i $7.2 a cui ha rinunciato). Griffin avrebbe preso $36.8 milioni quest’anno e $38.8 milioni l’anno prossimo (ed ha rinunciato a $13.3 milioni).

I Nets li hanno firmati per $2.1 milioni totali.

“E questo crea un vantaggio incredibile per le big. E questa è un’altra ineguaglianza rispetto alle squadre degli small market” ha detto il primo dirigente.

“È davvero difficile per le piccole ma anche per le squadre della fascia di mezzo dire ‘Non ti facciamo partire’. Se non fai il favore al giocatore poi un agente potrebbe dirti ‘Ok, non ti mando più miei giocatori’.”

Fino al 2016 il mercato dei buyout non aveva tanto piede in NBA. Ma dal 2018 è entrato prepotentemente nel lessico della lega.

Alcuni dirigenti delle piccole hanno chiesto una modifica.

Tra le proposte quella di non permette ai giocatori che si liberano del contratto di giocare eventuali playoff con le loro nuove squadre a meno che non vengano liberati molte settimane prima della deadline.

Un’altra idea è creare un sistema di compensazioni in cui la squadra che firma il free agent al minimo debba mandare una o più scelte (a seconda del tipo di giocatore) alla sua ex squadra.

Una terza idea è quella di mettere un tetto alle firme dopo buyout. Uno a stagione o addirittura uno ogni due anni.

Una quarta opzione è quello di fare una offerta segreta per il giocatore free agent con la proposta migliore che “vince” la corsa al giocatore.

Gli small market sperano che per il 2024, quando sarà discusso il nuovo contratto collettivo, questo aspetto possa essere dibattuto anche se non c’è molta fiducia nella cosa.

Fonte: SI.