Il format di EuroLeague uccide il gioco? Pagheranno le leghe domestiche. Ecco perchè

Il format di EuroLeague uccide il gioco? Pagheranno le leghe domestiche. Ecco perchè

Il format di EuroLeague uccide la pallacanestro? Ma la lega vuole crescere, e allora il taglio potrebbe riguardare le leghe domestiche

Il format di EuroLeague uccide la pallacanestro? Il concetto, espresso dal coach della Virtus Bologna Luca Banchi, ha riscosso consensi e contrasti in giro per l’Europa, tra addetti ai lavori e appassionati.

A prescindere dalle opinioni, ci chiediamo: un mutamento, in una direzione o nell’altra, è all’orizzonte? Qualcosa potrà davvero cambiare nel calendario del basket europeo?

La risposta risulta chiara e inequivocabile: “no”. Nonostante negli anni tanti colleghi di Luca Banchi, tra cui Ettore Messina, abbiano sollevato il dubbio, nel 2024-2025 si dà per certo l’ingresso di Dubai in EuroLeague, e la competizione presto o tardi (2025-2026 al massimo?) passerà a 20 squadre. Se non di più.

Il tema non pone neanche più in contrasto FIBA ed EuroLeague. La Federazione Internazionale, che già dal 2022 non prevede più un Eurobasket ogni due anni, ma quattro, ha accettato di rinunciare ad una finestra nel corso della stagione dei club.

Come già raccontato mesi fa, il fronte di EuroLeague si sposta verso le leghe nazionali.

La situazione attuale

Sono attualmente 13 le squadre con licenza pluriennale in EuroLeague. Dodici hanno garanzia di essere al via anche della stagione 2024-2025, ovvero Barcellona, Real Madrid e Baskonia (ACB), Olimpia Milano (LBA), Anadolu Efes e Fenerbahce (BSL), Maccabi Tel Aviv (Winner League), Zalgiris Kaunas (LKL), Bayern Monaco (BBL), Asvel (ProA), Panathinaikos e Olympiacos (Basket League).

La tredicesima è il CSKA (VTB), fuori dai giochi dal finale della stagione 2022 dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, e escluso nella stagione 2022-2023 e 2023-2024. Attualmente, le altre grandi federazioni internazionali non hanno mostrato segnali di apertura.

Per arrivare all’attuale formato a 18 ci sono l’Alba Berlino (BBL), la cui licenzia biennale si è trasformata la scorsa estate in annuale, e dunque scadrà a fine regular season; il Partizan (ABA) vincitore del titolo in Aba-Liga; Virtus Bologna (LBA), Stella Rossa (ABA) e Valencia (ACB) con wild card (Gran Canaria, vincente EuroCup 2023, ha deciso di non aderire alla competizione); e il Monaco (ProA), che dopo aver vinto l’EuroCup nel 2021 si è sempre confermato qualificandosi ai playoff.

I possibili cambiamenti nel roster

Dunque 12 o 13 squadre già certe nel 2024-2025, e vista la complessità di un conflitto, al momento dobbiamo considerare il Cska fuori dai giochi così come lo Zenit, che sino al 2022 pareva destinato ad una licenza pluriennale visto l’appoggio del colosso Gazprom, che ha sede nel grattacielo Lachta-centr proprio a San Pietroburgo.

Paulius Motiejunas, CEO di EuroLeague, ha confermato due licenze annuali: quella per la vincente di ABA-Liga e per quella di EuroCup. Secondo quanto prevede il regolamento, saranno due i posti per la seconda competizione continentale in caso di mancato accesso del Monaco ai playoff.

Due “nota bene” su questo passaggio. Stella Rossa e Partizan vorrebbero licenza pluriennale visti i numeri a palazzo e un mercato televisivo importante, da parte di EuroLeague esiste una resistenza in tal senso dai tempi di Jordi Bertomeu, visti gli alti e bassi finanziari dei due club.

Credibile che la perdente di ABA-Liga possa restare in prima fila per una wild card “scoperta”, ma licenze pluriennali non paiono essere ad oggi in vista a Belgrado, fermo restando i repentini cambi d’umore di una competizione in continua modulazione.

Parlando di EuroCup, oggi il Monaco è in lotta per i playoff, domina in ProA e ha lavorato molto a livello di marketing e comunicazione sul marchio “Roca Team” complice la presenza di giocatori di riferimento della competizione come Mike James e Jordan Loyd. 

Tuttavia l’Arena, la Salle Gaston Medecin, viola ogni norma di EuroLeague visti i 4.600 posti a sedere, e da EuroCup un team, peraltro francese, potrebbe accettare il salto in caso di vittoria, ovvero il Paris Basketball, che con i London Lions prima o poi usufruirà di licenza pluriennale quando la competizione salirà di numero.

Restano Virtus Bologna, Alba Berlino e Valencia. Quest’ultima, nonostante un’arena importante anni ai vertici del basket europeo, si è ritrovata in EuroLeague dopo la rinuncia di Gran Canaria, e pare la prima destinata all’addio anche in caso di accesso ai playoff.

La Virtus, dal canto suo, ha colloqui che procedono da anni spediti con EuroLeague Basketball, aspetta il via ai lavori del nuovo palasport, ha un marchio importante (se non importantissimo) alle spalle e una situazione finanziaria in espansione. Al tutto, cosa non da poco, si sommano i risultati del campo, che la vedono probabile ospite ai playoff.

A livello di “forma”, niente di più e niente di meno rispetto al Valencia (che ha un mercato telivisivo più robusto), ma nella “sostanza” le quotazioni di conferma bianconera sono ben superiori a quelle dei “taronja”.

Infine l’Alba Berlino, che da una licenzia biennale è passata ad una annuale. Dalla sua il club tedesco ha storia, arena, marchio e sostegno. Contro i risultati, che la vedono sempre dal sedicesimo posto in giù dal 2020-2021: nessuno ha fatto peggio.

EuroLeague vs leghe nazionali

12 squadre sicure

+ Dubai pronta alla tredicesima piazza versando un milione di euro a stagione nelle tasche di ogni club con licenza pluriennale

+ il Monaco o la vincente di EuroCup

+ la trionfatrice di Aba-Liga

+ tre wild card con in gioco una tra Partizan e Stella Rossa; l’Alba; lo stesso Monaco in caso di mancata partecipazione ai playoff; Valencia e Virtus.

Attenzione quindi, tre wild card per potenzialmente sei squadre. Dubai potrebbe creare molta insoddisfazione, visto che i petroldollari finiranno nelle tasche solo dei club fondatori a quanto pare.

Ma questi dovrebbero essere i nomi per un roster che, come detto, dovrebbe restare a 18 anche nel 2024-2025 per poi espandersi (a favore di Paris e London, se non dovessero vincere l’EuroCup nel frattempo) dalla stagione successiva a 20.

Il tutto con girone unico e gare di andata e ritorno. Senza altre alchimie o modulazioni, neanche guardando all’esempio della prossima Champions League calcistica.

E’ evidente: se i club di EuroLeague vogliono diminuire il numero delle partite (attenzione all’assioma però: meno partite, meno incassi), non si guarderà alla competizione in oggetto, nè si potrà più dare troppe colpe alla FIBA.

Il nodo diventano i campionati nazionali. Oggi la ACB ha 18 squadre come la ProA e la BBL, la LBA 16 come la BSL, la ABA (che dovrebbe contenere anche Dubai) 14. In Grecia sono invece 12. Se EuroLeague salisse a 20 con 38 gare di stagione regolare, i grandi club agiranno sui campionati domestici.

Come? Entrando in gioco solo nei playoff o salutando definitivamente la compagnia? Domande ad oggi senza risposta, ma urgenti. Ne resta un’altra: lo sport europeo è pronto per tutto questo? Difficile a dirsi, ma lo ricordiamo: nel rugby, almeno in Italia, funziona già così. Chiedere a Zebre e Benetton… (e il campionato italiano sta pagando duramente).