Il diario di Nicolò Melli: Arbitri, dialogo e Instant Replay

L’azzurro racconta alcuni retroscena sul rapporto tra giocatori e arbitri.

Sono gli arbitri i protagonisti dell’ultima puntata dei diario Instagram di Nicolò Melli: dal dialogo “informale” con i fischietti all’uso dell’Instant Replay, fino all’incontro con Nate Green, ex giocatore in Italia oggi arbitro.

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ARBITRI NBA, DIALOGO E INSTANT REPLAY Fra gli aspetti della Nba che mi hanno colpito, ce n’è uno legato agli arbitri: prima di ogni partita, sulla parete degli spogliatoi troviamo nomi, cognomi, numero di maglia e foto di chi la dirigerà. Prima di venire in America non ci avevo mai fatto caso, ma è una cosa giusta e utile, perchè permette di rivolgersi in modo diretto e non generico a chi ha un ruolo in campo. Dire ‘Willi, è fallo’ anziché ‘arbitro, è fallo’ crea un rapporto diverso. Oltre a colmare una lacuna: in Europa capita che un giocatore conosca tutti i fischietti ma ignori il nome di molti, e invece sappia come si chiamano tutti gli altri coinvolti nella partita. Da questo particolare si capisce perché gli arbitri della Nba siano più ‘vocali’ rispetto a quelli europei. Non significa migliori o peggiori. Ho semplicemente l’impressione che si confrontino con i giocatori in modo più aperto. Con qualcuno si crea quasi un legame di confidenza: in partita è frequente sentire i veterani fare commenti o battute col diretto interessato su una fischiata. Mi piace questo clima, un po’ meno l’uso eccessivo dell’instant replay. Ben venga la tecnologia, ma farvi ricorso al minimo sospetto è un po’ troppo. Con gli arbitri penso di avere un atteggiamento corretto. Ogni tanto commento una loro decisione, quando lo faccio ho il vantaggio della lingua: se mi scappa qualcosa, è in italiano. Con le dovute attenzioni, perché c’è chi lo conosce. A Houston uno dei tre fischietti mi ha raccontato di averlo imparato bene perché ha studiato in Italia: per mia fortuna, è venuto a dirmelo prima della gara. Credo che l’italiano lo capisca anche un ex giocatore del nostro campionato, che qui ho ritrovato con il fischietto: Nate Green lo seguivo ai tempi della Fortitudo. L’ho riconosciuto in un prepartita e mi ha fatto un effetto strano essere arbitrato da chi ho visto giocare in Italia. Oltre a lui, mi è rimasto impresso un arbitro dal fisico pazzesco, un vero e proprio ‘armadio’ con cui nessuno si azzarda a discutere. Quando fischia, stanno tutti zitti. Cosa penso del suo modo di arbitrare? Ovvio, è bravissimo… 📸 @pelicansnba #ildiariodinik

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