Il CEO di EuroLeague: Dubai? 50 e 50. Licenza alle serbe? C’è anche la Virtus

Il CEO di EuroLeague: Dubai? 50 e 50. Licenza alle serbe? C’è anche la Virtus

Il CEO dell'EuroLeague Paulius Motiejunas ha rilasciato una lunga intervista a BasketNews Talks. Ecco le sue dichiarazioni

Il CEO dell’EuroLeague Paulius Motiejunas ha rilasciato una lunga intervista a BasketNews Talks. Ecco le sue dichiarazioni.

SU UNA LICENZA PLURIENNALE A PARTIZAN E STELLA ROSSA

“Questa è la parte più difficile dell’essere il CEO dell’EuroLeague. È impossibile rendere tutti felici. È impossibile coinvolgere tutte le migliori piazze del nostro basket. E Belgrado è uno dei posti migliori, ovviamente. Ma dobbiamo avere dei numeri alle spalle e guardare a tutti gli altri club e mercati in crescita (…) Deve essere sostenibile, a lungo termine, qualcosa che faccia crescere il mercato e l’intera lega, non solo una regione”.

SULLA VIRTUS BOLOGNA

“Guardate la Virtus, che ha tifosi e risultati. Guardate il Monaco. Hanno grandi risultati sportivi. Ci sono molte squadre che, a mio avviso, meritano di far parte del campionato. Non possiamo chiudere la porta a nessuno. Questa è la parte difficile. Non si può avere tutti. Non si possono accontentare tutti. Ma dobbiamo vedere quali sono i criteri che creiamo per lasciare la porta aperta a chiunque”.

SUL FORMAT DI AMMISSIONE

“Attualmente l’accordo prevede che il campione della ABA-Liga giochi [in EuroLeague]. Nulla è stato cambiato. A seconda delle altre opzioni che abbiamo in tutta Europa e in EuroLeague, con il campione di Eurocup e il secondo classificato, ci siederemo e discuteremo”.

SUL BESIKTAS

“I miei criteri sono semplici: bisogna mostrare risultati sostenibili. Non mi piacciono questi progetti da padreterno dove qualcuno arriva e dice: ‘Ora investiremo milioni, vogliamo giocare in EuroLeague e vogliamo vincerla’. Non ci si può basare solo sui risultati sportivi e sulle spese eccessive. Abbiamo l’EuroCup, una competizione di secondo livello. Quindi, se vuoi dimostrare quanto vali, gioca l’EuroCup.”.

SULL’ALLARGAMENTO

“Come si fa a far crescere il campionato? Continuiamo a dire che Francia, Germania e Regno Unito sono i mercati chiave che vogliamo far crescere. Dobbiamo concentrarci sui mercati e sul potenziale che la nuova squadra potrebbe portare al campionato”.

SU DUBAI

“È difficile stabilire il calendario e le tempistiche. È un mercato completamente nuovo. Dico sempre che le discussioni sono in corso. Stiamo facendo piccoli passi avanti. Ma quando potremo dire che l’accordo è concluso e che siamo pronti a partire? Non lo sappiamo. Può essere veloce, può essere lento. Il processo è in corso e promettente perché quando ho parlato di due parti, una parte è che possiamo aprire un mercato completamente nuovo, una nuova sfera che è molto incoraggiante e motivante da guardare. Non so se saremo in grado di farlo, ma è bene analizzarlo”.

“La percentuale? 50/50? Non voglio impegnarmi e non voglio che la gente dia tutto per scontato, dicendo che è 50/50 e pensando che ci sia una grande possibilità di giocare l’anno prossimo”.

SUL RISCHIO DUBAI

“Siamo assolutamente consapevoli dei rischi. Il rischio non è Dubai. Il rischio è che ci siano squadre che spendono troppo. Continuo a dire che dobbiamo essere sostenibili. Dobbiamo spendere quanto guadagniamo. Non possiamo sprecare denaro e gettarlo dalla finestra solo per ottenere risultati sportivi. Questo è ciò di cui abbiamo parlato con i club. Dobbiamo essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Dubai, se verranno, non cambieranno le cose. Perché il problema esiste ancora e dobbiamo risolverlo con o senza di loro. È su questo che stiamo lavorando”.

SULLA GESTIONE FINANZIARIA

“Il regolamento del Fair Play è stato implementato e continuiamo a diminuire i contributi che i proprietari possono dare. Non stiamo parlando del salary cap, ma di qualcosa di simile al controllo di quanto i club spendono per i giocatori. I passi sono già stati fatti e non c’è alcun legame con Dubai. Deve essere fatto in un modo o nell’altro, che siano dentro o fuori”.

SUL CONTROLLO

“Non si chiamerà salary cap, ma regolamento su quanto spendono i club (regulations on how much the clubs spend). È in corso da 2-3 anni, quindi abbiamo un progetto e il progetto viene discusso. Dobbiamo mettere tutti d’accordo. I club voteranno, ma sono abbastanza sicuro che dovremmo approvarlo. Sono ottimista”.