I Lakers e l’”incognita” LeBron James: l’addio a fine stagione è possibile?

Dopo questa stagione fallimentare il Prescelto starà pensando di lasciare Los Angeles?

Dopo questa stagione fallimentare il Prescelto starà pensando di lasciare Los Angeles?


photo by Pixabay

Quando le cose non vogliono girare per il verso giusto non c’è nulla da fare. Lo sanno bene i Los Angeles Lakers, che quest’anno hanno vissuto una stagione sfortunata, snervante e problematica: sfortunata per i continui infortuni di Davis, che non hanno per nulla giovato ai gialloviola, snervante per la non convivenza sul parquet del duo James-Westbrook e infine problematica per la pochezza in panchina di coach Vogel. Quest’ultimo di fatto non è stato capace di dare nel corso della stagione un minimo di gioco offensivo, e questa cosa ha pesato tantissimo, perché si sta pur sempre parlando di una franchigia che in teoria avrebbe dovuto lottare per il titolo NBA. Purtroppo come spesso accade nel basket d’oltreoceano non basta disporre di tre fenomeni come LeBron James, Anthony Davis e Russell Westbrook per lottare per vincere; spesso ci vuole ben altro, come per esempio una bella alchimia tra cestisti o, se si preferisce, quella chimica di squadra che non è mai nata in casa Lakers. E ora LeBron dopo quanto accaduto quest’anno è quantomeno dubbioso, perché non è più sicuro che la maglia gialloviola sarà l’ultima che indosserà prima di ritirarsi. E intanto un’intera città appassionata di pallacanestro sta tremando!

Un numero 6 stranamente irriconoscibile perché troppo nervoso

L’attuale stagione fallimentare dei Lakers, che a ottobre erano dati come favoritissimi per la vittoria dell’anello e oggi invece si ritrovano addirittura fuori dai play-off NBA, è stato un colpo durissimo non solo per l’ambiente gialloviola ma anche per lo stesso LeBron James, che sta cercando di capire quale sarà il suo futuro. Una cosa è certa: il Prescelto rimarrà fino a fine contratto a Los Angeles, ovvero anche il prossimo anno, ma a partire dall’estate 2023 non è detto che non possa vestire una nuova maglia, probabilmente l’ultima della sua incredibile carriera. Tutto dipenderà da cosa succederà prossimamente in casa Lakers: se la franchigia di cui fa parte e di cui è il leader indiscusso tornerà a recitare un ruolo da protagonista allora potrebbe anche pensare di prolungare il contratto. Questo perché ama i colori gialloviola e perché si sente a tutti gli effetti l’erede dell’indimenticato Kobe Bryant. Non è vero dunque, come in molti sostengono, che il giocatore di basket più forte al mondo sia diventato, almeno in questi ultimi tempi, un personaggio eccentrico alla Dennis Rodman, per alcuni suoi comportamenti fuori dalle righe, come quando lo scorso anno sul parquet dei Pistons ha colpito Stewart con un pugno. Quel gesto è stato davvero brutto, inutile negarlo, ma resta pur sempre un caso isolato, non certo come i continui gesti provocatori che era solito mettere in scena l’ex difensore dei Chicago Bulls dei record. Va bene che i mitici anni ’90 per i Tori capitanati da Michael Jordan sono il passato remoto, ma chi segue il basket ricorderà come fosse ieri i trash talk di Dennis Rodman all’indirizzo di Frank Brickowski dei Seattle Supersonics durante le Finals del 1996. Ecco, LeBron James è tutt’altro cestista, nonostante il brutto episodio di cui si è reso protagonista di recente.

Come ripartire verso la vittoria

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Se i Lakers vorranno ripartire dovranno prima di tutto coinvolgere in un nuovo progetto vincente la loro stella migliore. E per farlo bisognerà da un lato liberarsi al più presto di Westbrook, che ha disputato un’annata pessima e il cui peso salariale blocca di fatto qualsiasi operazione in entrata, e dall’altro lato rimettere in sesto Davis, dopo i troppi infortuni che lo hanno visto protagonista. Infine i gialloviola avranno bisogno di puntare maggiormente sulle rotazioni, per dare un po’ di riposo ai “Big Two”. Questa cosa sarà possibile solamente se verrà creato intorno al duo James-Davis un degno supporting cast, magari risparmiando sull’ingaggio di Westbrook, cestista poco adatto agli schemi losangelini che difficilmente potrà essere scambiato.