Glickman: “Club Eurolega devono trovare via comune. Londra e Parigi priorità”

Le parole a Tuttosport del nuovo CEO di Euroleague Basketball, ospite di Meet the Best a Tortona negli ultimi giorni

Intervista su Tuttosport per Marshall Glickman, nuovo CEO di Euroleague protagonista di Meet the Best a Tortona negli ultimi giorni.

“Dobbiamo fare in modo che tutti i club trovino una via comune e collaborino sulla visione stabilita. Questo è il punto di partenza. Con NBA la principale differenza riguarda i soldi, il business. Poi il modo in cui si gioca qui è diverso, il modo in cui ci si relaziona con i fans è diverso. La NBA è un puro prodotto d’intrattenimento con un livello di talento incredibilmente alto, ma resta un prodotto d’intrattenimento e business. Il primo obiettivo di una franchigia NBA è produrre ricchezza, denaro. Qui è meno indirizzato al denaro e secondo me dobbiamo badarci di più, guardando con realismo la situazione la situazione, perché ci si poggia su imprenditori che vogliono spendere per lo sport. Possiamo migliorare le strutture, ma dobbiamo restare fedeli a ciò che siamo, una lega europea (…) Penso che Euroleague debba dare agli spettatori, ai fruitori, ciò che vogliono, dove vogliono, quando vogliono e nel modo in cui lo vogliono. Il mondo non solo della comunicazione è in continuo cambiamento. Bisogna adeguarsi sempre. Sono convinto che la prossima sfida, sia fornire il maggiore numero possibile e vario di contenuti in tempo reale”, ha detto Glickman, soffermandosi poi sul tema del calendario. “Nella prima fase stiamo ascoltando. Il presidente Dejan Bodiroga e io dobbiamo cercare il confronto, incontreremo FIBA. Devo educare me stesso. Non vado con alcun bagaglio dal passato. Sono aperto a ogni discussione. Tutti sappiamo di essere una lega privata e la mia prima responsabilità è verso gli azionisti, i club. Penso che dobbiamo affrontare la situazione dell’intero ecosistema basket, che complesso e politico, direi troppo. Sul calendario cercheremo soluzioni innovative. Ma non soltanto in relazione alle finestre per le Nazionali che pesano su un mese all’anno, per trovare risposte che migliorino il sistema. E la comunità al completo del basket deve adattarsi al 2022. Penso che qualcuno ritenga di vivere ancora negli anni 90. Nuovi mercati? Londra e Parigi sono grandi priorità per me”.