I giochi “speciali” per il tiro da tre punti (dopo timeout) della Reyer Venezia (di Luca Banchi)

I giochi “speciali” per il tiro da tre punti (dopo timeout) della Reyer Venezia (di Luca Banchi)

Dopo l'analisi dell'attacco Flex di Milano è il turno dei giochi speciali della Reyer Venezia in uscita da time out per il tiro dall'arco

Dopo l’analisi della Flex offense dell’Olimpia Milano, si passa all’avversaria della squadra di coach Messina nella semifinale di Supercoppa, la Reyer Venezia.

Venezia è stata l’unica squadra italiana ad aggiudicarsi un trofeo nel 2020 e si presenterà alla final 4 di Supercoppa con un roster pressoché identico alla passata stagione con l’eccezione dei soli Fotu e D’Ercole chiamati a rimpiazzare l’uscita di Udanoh e Filloy.

La Reyer si è distinta in questi anni per la capacità di dare continuità tecnica al proprio programma, scelta premiata da numerosi successi sia in campo nazionale che continentale, mostrando una forte identità di squadra ed uno stile di gioco riconoscibile.

Per questo motivo ho pensato di analizzare alcune situazioni successive a time out che evidenziano come il sistema offensivo continui ad evolversi affinando efficacia su collaborazioni varie che spesso fruttano canestri determinanti nell’economia della gara.

La prima clip dimostra l’organizzazione con cui la squadra ha lavorato per costruirsi il tiro del momentaneo pareggio nella gara di Treviso.

L’obiettivo di tirare da 3pt entro i primi 10-15” del possesso avrebbe permesso alla Reyer di avere un’eventuale seconda opportunità anche in caso di errore.

Lo schieramento simula un’azione di “spanish p&r” ma in realtà si trasforma in un doppio blocco per il tiratore definito “elevator” perché il modo in cui i bloccanti sbarrano la via al difensore di Chappell ricorda la chiusura della porta di un ascensore.

I cambi sistematici di Treviso non scoraggiano l’azione della Reyer che prevede una continuità successiva alla ricezione di Daye:

Watt esegue un perfetto blocco” flare” per l’allontanamento di Chappell che costringe Mekowulu ad un disperato tentativo di impedire il tiro da 3pt  partendo da una posizione inevitabilmente arretrata.

La seconda clip evidenzia ancor meglio l’efficacia del blocco “elevator” in grado di procurare un tiro da 3pt in uscita per Tonut non dando modo a Punter di inseguirlo né ai lunghi milanesi di poter gestire l’emergenza con un cambio.

Nella terza clip lo stesso movimento d’uscita viene disinnescato da cambi difensivi che generano però inevitabili ritardi nel momento in cui Bramos attacca in penetrazione Udanoh forzando aiuti che grazie ad una perfetta spaziatura di Fotu e Mazzola fruttano a quest’ultimo un tiro aperto da 3pt.

Cambiano schieramento ed esecuzione ma non l’obbiettivo nella quarta clip dove Bramos (tiratore designato) esegue un passaggio consegnato in palleggio (DHO) che ha l’effetto di provocare un ritardo difensivo (separazione) successivo al cambio tra Roll e Punter che quest ultimo non saprà più colmare una volta che l’esterno veneziano comincia a correre sui blocchi posizionati in prossimità della linea di fondo.

Un apparentemente innocuo movimento di DHO ha in realtà obbligato i difensori milanesi ad alterare il proprio posizionamento rendendone impossibile il recupero.

Eccellente la consistenza dei blocchi di Cerella e Fotu oltre al timing nella distribuzione della palla da un lato all’altro dell’attacco.

Altra interessante situazione successiva a time out è quella mostrata dalla clip 5 dove Stone serve  Casarin in pivot basso per poi tagliare creando spazio all’uscita di Bramos(tiratore designato) il cui difensore viene ostacolato dal doppio blocco dei lunghi veneziani.

Troppo evidente la separazione e consistente il blocco per pensare che Gentile possa ostacolare il tiro senza l’aiuto dei compagni.

Ultima clip che presenta una diversa situazione: stavolta è il centro Watt a ricevere in pivot basso e dopo un’azione di DHO con Mazzola anziché girare a canestro prosegue la corsa bloccando per De Nicolao consentendogli di avere tempo e spazio per un tiro aperto da 3 punti.

 

Come dimostrato da questi semplici esempi l’efficacia di una squadra si misura anche dalla capacità di trarre profitto da situazioni “speciali” non facilmente scoutizzabili sopratutto quando, successivamente ad un time out, il coaching staff ha la possibilità di apportare piccole modifiche che possono produrre vantaggi.

Luca Banchi