Gianni Petrucci, presidente FIP, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco alcuni passaggi.
SU GIANMARCO POZZECCO
«L’ho sempre seguito da giocatore, ha quel qualcosa in più di cui ci si può innamorare. Ho sempre avuto un rapporto particolare con lui. È un entusiasta, un vincente, anche lui ha vissuto momenti delicati che lo hanno fatto crescere e maturare, ovvio che quando si ingaggia un allenatore si fa una scommessa, sono convinto che sia quella giusta».
SU MEO SACCHETTI
«Cerco il dialogo è vero, ma sono anche un decisionista e avevo capito che era arrivata l’ora di cambiare. Il cuore lo puoi usare come muscolo o come sentimento, sì forse sono stato un po’ brusco con Sacchetti, in quell’occasione ho usato il muscolo. Ma riconosco che ha portato risultati importanti».
SUL FUTURO
«Intanto le dico subito che non mi ricandiderò. Penso di aver dato tutto al basket, faccio un passo indietro. Confido in un uomo di sport, magari un ex giocatore, stimo molto Datome il nostro leader in azzurro, ma non necessariamente deve essere figlio del basket, meglio un uomo che ami e conosca lo sport, questa è la figura ideale per raccogliere un’eredità prestigiosa come il basket italiano”. Scusi e lei Petrucci “padre e padrone del basket».
NB. Secondo i «Limiti al mandato di Presidente e degli organi direttivi del Coni, delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate» Gianni Petrucci non potrà ricandidarsi alla presidenza FIP.
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