Gara 6: l’Olimpia alla ricerca della vittoria esterna, ma sarà la battaglia più dura

Gara 6: l’Olimpia alla ricerca della vittoria esterna, ma sarà la battaglia più dura

La partita di Bologna sarà la numero 79 dell’anno

La serie finale è arrivata a Gara 6. Finora il fattore campo è stato sempre rispettato: l’Olimpia ha vinto i suoi scudetti in finale al meglio delle sette partite vincendo sempre almeno una volta in trasferta (a Siena nel 2014 proprio in Gara 6 ma sul 2-3; a Reggio Emilia nel 2016; a Trento nel 2018; a Bologna nel 2022 ma in Gara 1) e due degli ultimi tre li ha vinto proprio nella sesta partita esterna. Tuttavia, la Virtus ha le spalle al muro e i “close-out games” sono sempre i più difficili da vincere. Nelle ultime tre stagioni, l’Olimpia ne ha vinti sette su nove, ma uno dei due l’ha perso proprio a Bologna contro una squadra che in casa nei playoff è 17-1 in queste ultime tre stagioni. Evidente il livello di difficoltà di questa partita, che si gioca con un solo giorno di pausa occupato dal viaggio verso Bologna. L’Olimpia nelle ultime due gare ha avuto due doppie doppie da Nicolò Melli (seconda e terza della carriera in gare di finale) e due prove “over 20” di Shavon Shields (quinta e sesta della carriera nelle finali italiane). Attorno a loro due, l’Olimpia ha costruito le sue ultime due partite, trovando cose importanti da tanti giocatori. Dopo Gara 5 Coach Ettore Messina ha sottolineato il secondo tempo di Shabazz Napier, l’energia dalla panchina di Pippo Ricci e Paul Biligha, le modifiche apportate al quintetto iniziale e quelli successivi, ma anticipando le contromosse di Bologna. Finora, l’Olimpia ha catturato 193 rimbalzi contro 159 e tenuto la Virtus al 31.6% da tre. Su questi dati ha costruito il vantaggio minimo. Ma ogni partita è stata diversa dalle altre, con protagonisti diversi, com’è normale che sia a fine stagione. La partita di Bologna sarà la numero 79 dell’anno. L’Olimpia si è allenata al Mediolanum Forum nel pomeriggio prima di partire per Bologna in serata.

NOTE – Gara 6 si gioca mercoledì 21 giugno sempre alle 20:30, a Bologna, con diretta tv su La Nove, Eurosport 2 ed Eleven. Gara 7, se fosse necessaria, si giocherebbe venerdì 23 giugno alle 20:30 al Mediolanum Forum.

GLI ARBITRI – Carmelo Paternicò, Guido Giovannetti, Roberto Begnis.

GARA 1: MILANO-BOLOGNA 92-82 – L’Olimpia ha segnato 56 punti nella ripresa, ha finito con 13 triple e con il 69% da due. Ha saputo dosare la difesa anche con tanti problemi di falli, enormi quelli di Shabazz Napier, obbligato a giocare solo sette minuti nel primo tempo. La Virtus ha segnato 11 punti in più della lunetta e sulla capacità di guadagnarsi viaggi sulla linea ha costruito un gran primo tempo, trascinata dai veterani più esperti come Milos Teodosic e Marco Belinelli. Nella ripresa però Melli e Voigtmann hanno segnato 18 punti in coppia. Nel difficile inizio, a parte le prodezze di Napier, l’Olimpia aveva trovato l’energia di Gigi Datome. È stato lui, nel momento più complesso, con sette punti di fila, a mettere in partita la squadra tanto da cancellare il meno dieci e trasformarlo in un vantaggio di due punti. Poi Bologna è ripartita ancora costruendo otto punti di margine all’intervallo. La ripresa però è stata diversa.

GARA 2: MILANO-BOLOGNA 79-76 – L’Olimpia, che ha condotto per tutto il secondo tempo tranne un possesso, prevale 79-76. I due tiri liberi di Nicolò Melli sul più uno a cinque secondi dalla fine sono quelli che chiudono la partita insieme alla difesa sulla discesa conclusiva di Milos Teodosic. In precedenza, nel momento più complicato con l’inerzia nelle mani di Bologna, capace di rimontare da meno sette fino a più due nel quarto periodo, Shavon Shields ha finito la partita da fuoriclasse con una tripla e i tiri liberi dell’allungo. Poi nel corpo a corpo conclusivo, ha deciso Melli. L’Olimpia ha vinto catturando 12 rimbalzi in più (otto di Melli) e mandato cinque uomini in doppia cifra, con Johannes Voigtmann protagonista nel primo tempo assieme a Billy Baron la cui tripla aveva ricucito lo strappo iniziale permettendo all’Olimpia di andare al riposo avanti di tre. Nel secondo tempo ha avuto 10 punti di vantaggio nel terzo quarto e nove nel quarto.

GARA 3: BOLOGNA-MILANO 69-61 – L’Olimpia questa volta parte meglio, va avanti 6-0, ma non capitalizza sugli otto rimbalzi offensivi conquistati nel primo periodo, per cui gradualmente va sotto nel punteggio. Ha il merito con la difesa di resistere a ruota in attesa che la partita offensiva si sblocchi. Nel quarto periodo torna ad avere sette punti di ritardo e la palla in mano, ma le opportunità avute per ripristinare l’equilibrio non si materializzano. L’Olimpia finisce 10/34 da tre, Billy Baron segna 15 punti ma è l’unico a finire in doppia cifra, e la vittoria a queste condizioni è impossibile da conseguire.

GARA 4: BOLOGNA-MILANO 93-89 – Una partita di alto contenuto emotivo in cui Bologna ha costruito con un break verso la fine del primo quarto un vantaggio importante che dopo alcuni tentativi è cresciuto fino a raggiungere i 18 punti sul 67-49 e otto minuti da giocare. Due minuti dopo il divario era di 17 punti. Ma l’Olimpia con quattro triple consecutive e poi due palle rubate convertite in canestri in transizione è tornata a meno quattro. Un nuovo 7-0 con una tripla di Hackett ha ripristinato 11 punti per Bologna a poco più di tre minuti dalla sirena. Qui c’è stato l’11-0 conclusivo dell’Olimpia con due triple di Napier, una di Voigtmann e un jumper dalla media di Datome. Nel primo supplementare, l’Olimpia ha messo la testa avanti ma non ha avuto la forza di chiudere la partita. Nel botta e risposta del secondo periodo sono andati fuori per falli Melli e Shields. L’Olimpia ha tenuto ma non è riuscita a vincere.

GARA 5: MILANO-BOLOGNA 79-72 – A parte il 3-0 iniziale, l’Olimpia comanda tutta la partita con scarti mai definitivi però. Il massimo vantaggio, 13 punti, nella parte iniziale del terzo quarto, è stato rimangiato fino al meno due sul penultimo possesso dello stesso periodo. Napier con un gioco da tre punti ha dato all’Olimpia cinque punti di margine che poi sono stati conservati per tutto il quarto conclusivo. L’Olimpia ha avuto tantissimo da Nicolò Melli (13 punti e 12 rimbalzi), 22 punti di Shavon Shields di cui 15 nel secondo tempo e l’energia con cui Paul Biligha ha tamponato i problemi di falli di Voigtmann e le condizioni precarie di Kyle Hines. Decisivo anche aver ripartito meglio le conclusioni dentro-fuori, con 42 tiri da due, massimo nella serie, e 20 da tre, minimo nella serie.

GAME NOTES – Nicolò Melli per la 16° volta nelle ultime 17 partite, ha catturato almeno cinque rimbalzi. Nel frattempo, ha raggiunto quota 116 stoppate in maglia Olimpia superando Riccardo Pittis al terzo posto di sempre in Serie A, alle spalle di Bob McAdoo (189) e delle 150 di John Gianelli… Al tempo stesso con gli otto rimbalzi difensivi di Gara 5 ha scavalcato gli 842 di John Gianelli diventando quinto di sempre nella storia dell’Olimpia in Serie A… In Gara 5, ha superato anche Roberto Premier giocando la 58° partita di playoff con l’Olimpia, terzo posto di sempre nella storia del club alle spalle delle 87 di Mike D’Antoni e le 72 di Dino Meneghin… Il Capitano dell’Olimpia ha anche superato i 321 rimbalzi offensivi nel campionato italiano di Joseph Blair diventando sesto di sempre nella storia del club. Davanti a lui c’è Mason Rocca con 348… Billy Baron ha segnato almeno una tripla in 21 delle ultime 22 partite giocate… In Gara 2 l’Olimpia ha vinto la sua 200ª partita di playoff, dove adesso ha un record all-time di 201-136… Shavon Shields, 471 punti in maglia Olimpia nei playoff, è arrivato all’ottavo posto nella storia del club. Davanti ha Antonello Riva con 509. Melli è arrivato a quota 439 punti, ed è nono davanti a Flavio Portaluppi, sceso al 10° posto… I 26 punti di Shavon Shields in Gara 4 sono la sua terza miglior prestazione offensiva in gare di finale, la migliore in maglia Olimpia. Il suo record personale è di 31. Shields ha superato quota 400 punti segnati in finale nell’arco di cinque serie disputate inclusa quella attuale. Adesso sono 420 ed è quarto di sempre alle spalle di Roberto Premier.