Il presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini è intervenuto a Sky Sport 24 per fare il punto della situazione sul calendario delle prossime settimane: “Delle 11 partite da recuperare ancora da programmare, 8 sono quelle del turno del 2 gennaio che abbiamo scelto di rinviare proprio perché la situazione era complessa. Dal 21 al 27 dicembre abbiamo avuto 5-6 interventi da ATS locali, ognuno diverso dall’altro, indipendentemente dal numero di positivi. Domani parleremo con le società e sostanzialmente ci sono due ipotesi sul tavolo: la più caldeggiata è quella di andare ad inserire la giornata del 2 al 16 gennaio, chiudendo così il girone di andata una settimana in ritardo rispetto al previsto e in modo tale da avere soltanto due-tre recuperi da piazzare da qui a fine gennaio; l’altra ipotesi, invece, è quella di continuare a seguire il calendario così com’è stato programmato. Quest’anno giochiamo in un calendario asimmetrico tra andata e ritorno, per cui non ci sarebbero grandi stravolgimenti qualora dovessimo spostare una giornata al posto di un’altra, anche considerando, comunque sia, le sei squadre che giocano le coppe europee. L’ipotesi più logica sarebbe la prima, rinviando così il turno attualmente al 16 gennaio ad un’altra data durante la stagione”.
Sembra comunque che la situazione stia decisamente migliorando: “Ad oggi, considerando che Varese, Cremona e spero il prima possibile Sassari saranno liberi dalla quarantena, confidiamo di avere la giornata del 9 gennaio assolutamente regolare. Sembra finalmente che la situazione si stia incanalando verso la normalità, anche grazie ai nuovi protocolli che sono stati definiti dal Governo in termini di quarantena e contatti stretti e che dovranno essere ripresi anche dai protocolli della Federazione”.
Infine, un ulteriore commento sulla scelta di ridurre la capienza al 35%: “Decisione inaspettata e che non riesco a spiegarmi. Perché noi, nei palazzetti al coperto, al 60% della capienza con FFP2 e Green Pass rafforzato, mai siamo arrivati a sfiorare i limiti di capienza perché esiste purtroppo una vastissima fascia di pubblico che per timore ha scelto di non tornare nei palazzetti. Credo che il problema non fossero i palazzetti o le arene sportive quando ci sono tantissimi settori della nostra vita sociale in cui le regole vengono rispettate molto meno, dove il distanziamento non esiste e dove le precauzioni non sono considerate tali. È stata secondo me una decisione avventata, figlia sicuramente del momento complesso e ci auguriamo che questo duri pochissimo. Qualora dovesse invece durare più di quello che ci aspettiamo, ci auguriamo un intervento diretto da parte del Governo per sostenere tutte queste realtà che continuano a giocare con ricavi ridottissimi o addirittura scomparsi e che non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno”
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